Al Centro Argo risiedono tredici pazienti

Sono ospiti temporanei, la permanenza varia tra i 6 mesi e i 3 anni. Accolte giornalmente 8 persone
Altran Ronchi - dott.Iurlaro
Altran Ronchi - dott.Iurlaro

Il Centro Argo Alzheimer Riabilitazione Gestione Ospitalità a San Canzian d’Isonzo, che rientra nella rete delle strutture residenziali e Centri diurni per anziani auto e non autosufficienti, rappresenta l’unico riferimento in regione, nato come nucleo sperimentale. A fronte della Carta dei Servizi stipulata nel 2009, con il sostegno della Regione che ha voluto fortemente la struttura, assieme ai Comuni del mandamento, è destinato ad anziani non autosufficienti affetti da demenza.

Al Centro accedono prevalentemente i residenti degli 8 Comuni aderenti al progetto e appartenenti all’Ambito Basso Isontino.

Attualmente sono ospitati 13 residenti temporanei, la cui permanenza varia tra i 6 mesi e i 3 anni. Si tratta di persone per le quali è necessaria una particolare attenzione assistenziale, al fine di stabilizzare i comportamenti a rischio, come il pericolo di fuga o eventi violenti. La lista di attesa è di 4-5 persone.

Altri 8 anziani, invece, frequentano il Centro diurno. La struttura offre anche il cosiddetto “Modulo respiro”, che consiste nel prendersi carico dell’anziano per un periodo tra i 20 giorni ai 2 mesi, proprio per alleviare le famiglie dall’assiduo carico assistenziale. Questo servizio ha la precedenza sulle domande in ordine alla residenza temporanea nel Centro.

L’obiettivo prevalente, dunque, è quello dell’accoglienza temporanea (diurna o residenziale) di persone affette da demenza e con gravi problemi di comportamento e deambulanti. «Si tratta di obiettivi - spiega Franco Iurlaro, direttore delle Residenze protette associate del Basso Isontino - e quindi di condizioni specifiche, che si distinguono da quelle tipiche di una qualunque residenza protetta e Centro diurno per non autosufficienti».

La copertura economica si compone di una quota a carico dell’Azienda sanitaria, una quota giornaliera regionale, pari a 18 euro, mentre il residuo è a carico delle famiglie dell’utente. Al Centro sono giunte richieste di informazione da parte della Confconsumatori di Gorizia, la cui responsabile è l’avvocato Elena De Luca.

Iurlaro osserva, a proposito della dibattuta questione circa la copertura assistenziale a carico del Servizio sanitario nazionale nei casi di prestazioni ad alta integrazione sanitaria: «Le sentenze sono legate a casi specifici e dipendono dal sistema sanitario e assistenziale previsto da Regione e Regione. Nel Friuli Venezia Giulia la copertura sanitaria è garantita dall’Aas, mentre la retta è solo assistenziale. Sono utenti per i quali non c’è preminenza della prestazione sanitaria. I pazienti rientrano nella classificazione di anziani non autosufficienti, per i quali viene garantito il contributo regionale. Quanto alla somma residua a carico delle famiglie, i Comuni possono integrare le rette in base all’Isee».(la.bo.)

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