Al palo l’ampliamento dell’aeroporto di Lussino

FIUME. Il 2017 è stato un anno da incorniciare per quasi tutti i maggiori aeroporti della Croazia, con la sola eccezione di due scali che hanno registrato risultati inferiori rispetto a quelli traguardati nel 2016. Si tratta dei terminal di Fiume e di Lussino, da anni in chiara difficoltà malgrado gli exploit turistici rilevati nel Quarnero.
L'aeroporto turistico di Artatore, a Lussino, ha potuto contare su soli tremila passeggeri, un numero pari al 27,6% in meno rispetto all'anno precedente. Lo scalo isolano, il più piccolo tra i maggiori nove scali croati, è sicuramente penalizzato da una pista che misura soltanto 900 metri di lunghezza per 30 di larghezza, e che per questo motivo può accogliere solamente velivoli di modeste dimensioni.
Da anni ormai che si parla di una ristrutturazione dell'aeroporto lussignano, ma il progetto stenta a decollare per tanti motivi, non ultimi quelli di natura burocratica. L'aeroporto ha diversi proprietari - Stato croato, Jadranka, Lošinjska plovidba–Turizam e Radnik Križevci - e il progetto di ammodernamento prevede investimenti per circa 35 milioni di euro. La pista verrebbe portata a 1800 metri di lunghezza, la larghezza a 45, il che permetterebbe di accogliere aerei capaci di trasportare fino a 180 passeggeri.
Nel 2016 sembrava che l’avvio dei lavori fosse imminente e che la struttura rinnovata sarebbe stata pronta per quest’anno. In realtà si è giunti a un punto morto, e le autorità statali e locali non hanno dato più notizie in merito dopo che lo scalo nei mesi scorsi era stato espunto dalla lista delle aziende d'interesse strategico per la Croazia. Un passaggio per nulla anomalo, secondo la sindaca di Lussinpiccolo Ana Kučić che all’epoca lo aveva spiegato sottolineando come la maggioranza delle quote era in mano alla società alberghiera lussignana Jadranka, a un privato dunque, mentre lo Stato croato non superava il 20%.
Passando invece a Fiume, all'aeroporto di Castelmuschio (Omišalj), sull'isola di Veglia, lo scorso anno sono stati movimentati meno di 137 mila viaggiatori con un calo annuo contenuto al 3,3%, ma che ha comunque evidenziato i disagi di uno scalo che fatica a ritagliarsi un ruolo più importante. Eppure Veglia dal punto di vista turistico è l’isola più importante fra quelle adriatiche, e nei dintorni ci sono località importanti come Crikvenica, Novi Vinodolski, Abbazia, Laurana, la stessa Fiume. L'anno scorso i nove maggiori aeroporti croati hanno registrato 9,5 milioni di passeggeri (+18%) e 116 mila aerei in arrivo e partenza (+7,1%). Il terminal di Brazza, in Dalmazia, ha avuto 43 mila passeggeri, per un aumento del 20,3% rispetto al 2016.
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