Al Peòn rivive la storia di Turriaco

Presentato il libro di Alberto Vittorio Spanghero omonimo dell’attuale gestore
Bonaventura Monfalcone-09.10.2012 Presentazione libro sulla trattoria "Al Peon"-Sala consigliare-Turriaco-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-09.10.2012 Presentazione libro sulla trattoria "Al Peon"-Sala consigliare-Turriaco-foto di Katia Bonaventura

TURRIACO. Il volume “Dal 1767 a Turriaco, trattoria Al Peòn” non è solo la storia di una trattoria, e nemmeno si può sintetizzarlo come la storia di una Turriaco nata e cresciuta con la trattoria della famiglia Spanghero quale punto di riferimento, e dei tanti personaggi citati e descritti nel volume. E’, piuttosto, una storia d’amore. L’amore che l’autore, lo storico Alberto Vittorio Spanghero, omonimo di Renzo, l’attuale gestore, prova per la sua comunità, e l’amore che la famiglia Spanghero, ormai da 8 generazioni, 245 anni, riversa nei suoi piatti leggendari, il baccalà, le trippe e il gulasch. A ben vedere, la differenza sta solo nel modo di esprimerlo e di metterlo a disposizione del mondo, sulla carta o in tavola. L’amore della trattoria Al Peòn per la città è ricambiato, ovviamente: bastava girarsi, lunedì sera nella sala consiliare che ha ospitato la presentazione del volume, e osservare come la stessa sala fosse, per usare un termine del gergo calcistico (e di “baloneri” il Peòn ne ha ospitati tanti…), “gremita ai limiti della capienza”. La presidente del Circolo Culturale Brandl, editore del volume, Elisa Baldo, in dialetto bisiaco stretto, ha dato il via alla presentazione e al dialogo tra Alberto Vittorio Spanghero e Roberto Covaz, responsabile della redazione Gorizia-Monfalcone de Il Piccolo. Sfogliando il libro sembra di sentire il profumo del baccalà, sembra di entrare in cucina quando le nonne di Turriaco pulivano i “curgnoi” (le lumache) prima di metterli in pentola, sembra di intrufolarsi nella cena dei Cantori, narrata nel libro, quando gli stessi giocavano alla morra, con la “boca onsuda” dalle “guite cu la polenta”. Quelle “guite” (le pispole, diventata specie protetta nel 1984) che venivano “dispiumade” (spennate) prima di “esser imbutinade”, riempite con le spezie. Una ricetta degli avi, questa, come tante altre contenute nel volume, assieme alla storia della famiglia Spanghero, dal capostipite Valentino, nato due anni prima di Napoleone, a Davide ed Ilaria, i figli di Renzo che, con somma gioia di tutta la comunità, porteranno avanti la tradizione del gusto. All’edizione del volume hanno contribuito il settore turismo della Regione Friuli- Venezia Giulia (presente con il consigliere Franco Brussa), il Comune di Turriaco, naturalmente rappresentato dal sindaco Alessandra Brumat, la BCC Turriaco e la locale Pro Loco.

Michele Neri

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