Incendio in via Galilei a Trieste: un cortocircuito fra le possibili cause, ancora grave un settantenne
In totale gli intossicati sono stati 11. Due gli appartamenti dichiarati inagibili

Nell’aria ristagna ancora l’odore acre di bruciato. La facciata piena di stucchi al civico 24 di via Galilei è sfregiata dalle bruciature. Mentre i Vigili del fuoco fanno gli ultimi controlli, gli inquilini rientrano alla spicciolata nei loro alloggi.
Alcuni sono appena stati dimessi dall’ospedale, dopo una notte di esami e accertamenti per il fumo inalato.
Undici gli intossicati ricoverati tra Cattinara e il Burlo e quasi trenta persone evacuate nella notte tra giovedì e venerdì.
Gli intossicati
Nei volti scavati dalla stanchezza si legge lo spavento di una notte che poteva finire in tragedia. Il pensiero va a chi è ancora ricoverato, in particolare al 70enne che vive nell’appartamento in cui è scoppiato l’inferno, ancora intubato in Rianimazione ma fortunatamente non in pericolo di vita. E ai due bambini, di 7 mesi e 10 anni, finiti in camera iperbarica insieme a mamma e papà. Il bollettino medico dei piccoli li dava asintomatici già nel pomeriggio di venerdì, ma in via precauzionale resteranno sotto osservazione anche sabato.
La paura
Il giorno dopo l’incendio che ha sconvolto la quiete notturna di via Galilei, resta viva la paura tra i residenti. «Poteva finire in tragedia. Fortuna che gran parte di noi era ancora sveglia a quell’ora sennò sarebbe stato un disastro», dice un’inquilina del terzo piano. Due gli appartamenti dichiarati inagibili perché divorati dalle fiamme. Si tratta di quello al secondo piano, dove tutto è cominciato – ora sotto sequestro su disposizione della Procura – e di quello superiore, i cui inquilini si sono visti entrare le vampate dalla finestra. Per l’esatta stima dei danni ci vorranno ancora giorni.
Le cause
Nel frattempo i Vigili del fuoco stanno accertando le cause dell’incendio. L’ipotesi che prende quota – stando ai primi riscontri – è quella di un cortocircuito, legato magari a qualche elettrodomestico o dispositivo elettronico. Sarà il proprietario di casa, una volta dimesso, a chiarire le circostanze. Le fiamme si sono originate in un locale adibito a soggiorno/studio e lì hanno trovato parecchio materiale per alimentarsi.
Il rogo
Erano da poco passate le 23 di un afoso giovedì sera. Qualcuno già dormiva, altri stavano guardando la tv, altri ancora stavano per andare a letto. All’improvviso il fuoco. Il calore. E il fumo nero, denso. Le fiamme fanno esplodere vetri e scuri, escono dalla finestra e, dopo aver divorato l’alloggio in cui si sono originate, intaccano a quello superiore.
Dalla tromba delle scale il fumo si propaga fino alle mansarde all’ultimo piano. I primi ad accorgersene avvertono gli altri suonando i campanelli, gridano per le scale «Fuori tutti! Fuori tutti!», in attesa dei pompieri.
L'allarme e i soccorsi
In pochi minuti via Giulia e via Galilei si riempiono di soccorritori: cinque mezzi dei pompieri e una quindicina di operatori, svariate ambulanze, Volanti della Questura e anche qualche pattuglia dei Carabinieri. Sirene e lampeggianti si intrecciano alle urla di aiuto di chi si sente intrappolato. Come la famigliola di origini senegalesi al terzo piano. Saranno i pompieri a portarli in salvo con l’autoscala.
Ad altri vengono infilati in testa i caschi collegati alle bombole d’aria: l’unico modo per attraversare indenni gli ambienti invasi dal fumo. L’intera palazzina di cinque piani viene evacuata. In strada si riversano decine di persone. Gli intossicati vengono affidati alle cure dei sanitari: le ambulanze fanno la spola tra Cattinara e via Giulia, chiusa al traffico per consentire i soccorsi.
Il residente dell’appartamento in cui tutto è cominciato porta addosso i segni dell’emergenza: braccia, gambe e torso anneriti dal fumo, lo sguardo terrorizzato. Tanti riescono a portare con sé anche i propri animali, soprattutto cani. Altri amici a quattro zampe verranno recuperati nelle ore successive dai pompieri, nel corso della ricognizione successiva. La priorità è salvare i residenti.
Per questo gli operatori ispezionano stanze e corridoi, sia dall’interno, che dall’esterno, raggiungendo le finestre con l’autoscala. Intanto da terra i poliziotti fanno ponte telefonico con le famiglie per capire se all’appello manca ancora qualcuno. Sul marciapiede, nel frattempo, si è assiepata una folla di passanti e curiosi.
Una scena simile, anche se di proporzioni più contenute e senza intossicati si era vista la sera di lunedì scorso, in via Giulia, a poche centinaia di metri da qui. In quel caso l’incendio era divampato sul tetto in ristrutturazione di una palazzina, nell’area del cantiere. L’intero edificio era stato evacuato a scopo precauzionale.
In via Galilei, conclusa la fase emergenziale, intorno all’1.30, i Vigili del fuoco hanno proseguito con la messa in sicurezza della struttura, passando in rassegna ogni appartamento per verificare l’assenza di monossido di carbonio e valutare l’agibilità degli alloggi.
Il rientro
Il via libera al rientro è arrivato attorno alle 10 di venerdì mattina, tra il sollievo di poter fare ritorno a casa, il timore dei possibili danni causati e la gratitudine verso i soccorritori. «La tempestività dell’intervento ci ha consentito di portare tutti in salvo, compresi due bambini recuperati con l’autoscala», afferma Alberto Maiolo, comandante provinciale dei Vigili del fuoco. —
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