Alla Fondazione Carigo arrivano “I Barbari”

Alla Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia arrivano i “Barbari”, per un appuntamento che volge lo sguardo ad un passato lontanissimo, senza però mancare di offrire importanti spunti di riflessioni su quello più recente, sul presente e persino sul futuro. Anche delle nostre terre.
L'occasione è data dall'importante conferenza “L'impero romano e i Barbari”, che vedrà ospite domenica 13 (ovvero domani) alle 17, nella sede di via Carducci, lo storico Alessandro Barbero, docente di storia medievale all’Università del Piemonte Orientale ma anche scrittore e divulgatore molto apprezzato.
L'evento viene promosso da Isonzo Soca, ed è il suo direttore Dario Stasi che propone una chiave di lettura dell'iniziativa. «Portare storia e cultura a Gorizia, anche magari al di fuori dei canali tradizionali e degli eventi collaudati, è ciò che cerchiamo di fare da anni noi di Isonzo Soca – sottolinea Stasi -. Si tratta di mettere a fuoco e valorizzare un territorio, il nostro, che ha una storia eccezionale».
«Le invasioni barbariche - prosegue il direttore Isonzo Soca - sono un argomento di enorme importanza, un avvenimento storico che ha lasciato tracce indelebili anche nelle nostre terre, che, se ci pensiamo, sono state protagoniste assolute di tutta la storia, dalle invasioni barbariche fino al Novecento». Se Barbero, nella sua conferenza, parlerà delle invasioni barbariche in generale, senza un riferimento specifico o esclusivo a quanto avvenne in quest'angolo al nordest della Penisola, sarà proprio Stasi, introducendo l'incontro, a soffermarsi maggiormente sul locale. Magari sul passaggio del mitico re Alboino tra i monti che circondano Gorizia, ed il Monte Re (oggi Nanos) in particolare. O della celeberrima distruzione di Aquileia, della sua storia e del suo prestigio, ad opera di Attila, re degli Unni, che proprio dalla soglia di Gorizia entrò nel cuore del mondo romano. Come fecero poi anche Quadi, Marcomanni, Visigoti, Avari, Ungari.
«Alla fine, quando gli Ungari vennero sconfitti dai Franchi, i Patriarchi di Aquileia ripopolarono il Friuli con coloni slavi – dice ancora Stasi -. Oggi a testimoniare queste vicende restano i numerosi toponimi di origine slava che si trovano dall'Isonzo fin oltre il Tagliamento: Gradisca, Sagrado, Capriva, Versa, Visco, Lestizza, Santa Marizza, Goricizza e tanti altri. Dopo le “invasioni barbariche” nascerà anche la “villa quae sclavorum lingua vocatur Goriza”, la villa che nella lingua degli slavi è chiamata Goriza». Gorizia, appunto. Ed ecco che il cerchio dell'appuntamento di domenica alla Fondazione Carigo si chiude alla perfezione.
Marco Bisiach
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