Alla Slovenia sei ambasciate jugoslave

La spartizione dell’eredità della defunta Repubblica federativa. Incerta la fine di 17 rappresentanze in Sudamerica e Africa
August 1963 --- Marshal Tito and His Wife --- Image by © Bettmann/CORBIS
August 1963 --- Marshal Tito and His Wife --- Image by © Bettmann/CORBIS

TRIESTE. Sono passati vent’anni dalla “morte” ufficiale della Repubblica federativa socialista di Jugoslavia, eppure l’eredità che deve essere suddivisa tra i sei Stati successori (ora però è spuntato anche il Kosovo!?) resta una questione ancora aperta. Si procede piano, tra rivendicazioni nazionali e gelosie.

Alla delicatissima opera di suddivisione di quello che fu l’impero di Tito lavora una speciale Commissione mista interstatale suddivisa in sottogruppi di lavoro a seconda della materia da trattare. Come quello per la divisione del patrimonio immobiliare diplomatico-consolare. L’ultima decisione è stata assunta nella recente riunione di Zagabria dove a fare la parte del leone è stata la Slovenia.

Da decidere c’era la sorte di 23 rappresentanze diplomatiche della Jugoslavia in America latina e in Africa. Si è trovata la soluzione per soli sei casi. Tutti a vantaggio di Lubiana alla quale è stata consegnata la proprietà della residenza diplomatica jugoslava a Brasilia e il consolato generale di San Paolo. Relativamente al continente africano invece sarà di proprietà slovena d’ora in avanti l’edificio che ospitava l’ambasciata di Jugoslavia a Rabat in Marocco, ma anche la sede dell’ambasciata e la residenza di Dar es Salam in Tanzania e la residenza di Malindi in Kenia. Un bel bingo non c’è che dire non fosse per il fatto che ora Lubiana dovrà provvedere di tasca propria al mantenimento di questi edifici pur avendo altresì il diritto di alienarli. In questi tempi di crisi proprio la Slovenia ha ridottole sue rappresentanze diplomatiche nel mondo e probabilmente non sceglierà di nominare un ambasciatore in Tanzania o in Kenia. Le proprietà comunque daranno la possibilità di ridisegnare la sua geografia diplomatica.

Ricordiamo che il patrimonio jugoslavo in via di suddivisione tra Slovenia, Croazia, Montenegro, Serbia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina ammonta, per difetto, a 100 miliardi di dollari. La questione dell’eredità jugoslava è tornata alla ribalta per la richiesta dell’attore americano Jack Nicholson di acquistare un mega appartamento al 730 di Park Avenue, davanti a Central Park a New York e appartenente per l’appunto alla Repubblica socialista federativa di Jugoslavia. L’indimenticabile protagonista di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” era pronto a sborsare qualcosa come 20 milioni di dollari per l’acquisto. Ma per ora non se ne è fatto nulla e probabilmente la pazienza della stella di Hollywood si sarà anche esaurita. Come quella di Belgrado che per il mega flat continua a sborsare 12.300 dollari al mese per le spese condominiali.

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