Alla Stadion l’Operaio di Zigaina

Trentamila euro la base d’asta per il dipinto del 1949. Presenti anche rare opere di Pellis, Timmel e Crali

Un Cipputi da record. Trentamila euro come base d’asta. È l’”Operaio” dipinto da Giuseppe Zigaina nel 1949 nel bel mezzo del periodo delle “falci e biciclette”. Il dipinto (1 metro per 76 cm) sarà battuto il primo giugno alle 20.30 alla Stadion di Trieste nella terza tornata dedicata alla pittura triestina e friulana. La somiglianza con la creatura di Altan, tuta blu a parte, è solo concettuale. «Il mio neorealismo germogliava da radici profondamente intime. Ho cominciato dipingendo le biciclette. La bicicletta è stata tutto per me. A Cervignano andavo per le manifestazioni operaie del Primo Maggio, che poi dipingevo». Così Giuseppe Zigaina raccontava nel 2009 a Licio Damiani alla vigilia della grande mostra di Villa Manin. L’”Operaio” di Zigaian è presente nei cataloghi “Da Cima ad Afro" e "Percorsi tra le Biennali di Venezia '48-'49". Non è il solo dipinto dell’artista di Cervignano del Friuli scomparso nel 2015. In asta c’è una collezione di 10 dipinti storici di Zigaina: da "Carro sotto il portico" (1953) a "Incontro di braccianti" (1954).

L’asta del primo giugno si annuncia come un autentica abbuffata: tre tornate con 590 lotti in asta. Oggettistica, dipinti, arredi , gioielli, argenti che vanno dal '600 al contemporaneo. Tra le opere dei maestri friulani spiccano i nomi di Giorgio Celiberti, Marco Davanzo ("Vallata di Ampezzo"), Fred Pittino. Presente un'esplosiva tela di Johannes Napoleon Pellis del 1916, “Sagra”, pubblicata più volte (10 mila euro). Ma saranno i pittori triestini ad attirare l’attenzione. «Poche città in Italia possono vantare un movimento pittorico così frizzante e intenso tra la fine dell'800 e la prima metà del '900 come Trieste» assicura Furio Princivalli, direttore della Stadion. All’appuntamento del primo giugno non manca nessuno: Sambo, Wostry, Flumiani, Orell, Sponza, Klodic, Chiacig, Grimani, Dudovich, Sbisà, Rosè, Marsi, Lucano, Marussig, Righi, Barison, Lannes, Stracca, Stultus, Bergagna, Passauro, Carà, Chersicla, Croatto, Duiz, Perizi, Rosignano, Sormani, Zangrando. Si segnalA Gino Parin con "Fanni Tedeschi in viola e nero", opera incompiuta di un'eleganza sublime (5 mila euro). C’è poi "La madre alla finestra" (1902) di Arturo Fittke, un intimo ritratto materno con vista sulla città (3 mila euro). Da prendere in blocco le tre stagioni di Vito Timmel ("Estate", "Primavera" e "Inverno") che parato da 5 mila euro come base d’asta. Da tenere d’occhio anche una tecnica mista di Luigi Spacal del 1956 (“Bicicletta e oggetti", base d’asta 5 mila euro) e un "Panorama da Santa Croce" di Avgust Cernigoj del 1934 (9 mila euro). Presenti anche artisti triestini dell'800 come Agujari, Beda, Hohenberger e Carl Haase, maestro di Barison. Da non lasciarsi scappare anche un grande paesaggio del pittore sveviano Umberto Veruda (6 mila euro). Gli amanti del del futurismo hanno a disposizione l’"Impennata" del 1973 di Tullio Crali pubblicata sul catalogo "Crali aeropittore" (12 mila euro). Di Anton Zoran Music "Collina dalmata" del 1966 (10.000 euro). Curioso anche l’opera "Sassofono" del 2003 di Pierre Fernandez Arman (7 mila euro). Le opere si potranno ammirare da sabato prossimo nella sala di Riva Tommaso Gulli.

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