All’“Alveare che dice sì!” la spesa aiuta il territorio

Prodotti a chilometro zero per aiutare l’agricoltura locale Panificio Gobatto pronto a varare l’iniziativa ma servono almeno cento soci

GRADO

Sta per nascere anche a Grado un “Alveare che dice sì!”. Non si tratta di un alveare vero e proprio ma di un luogo dove poter ritirare prodotti a chilometro zero ordinati on line da chi aderirà all’iniziativa. Per aprire un alveare ci vogliono almeno 150 iscritti. Attualmente, quelli di Grado, sono poco meno di questa cifra. I titolari del panificio Gobatto di viale Italia in Città Giardino credono che l’elenco si completerà a breve tanto che l’apertura di questo punto dovrebbe avvenire il 20 settembre.

È un’iniziativa che è nata principalmente per sostenere l’agricoltura locale tanto che come slogan promozionale si fa riferimento ad esempio a frutta, verdura, carne, miele, formaggi, vino. Tutto il meccanismo è molto semplice. Ci si iscrive gratuitamente (è sufficiente recarsi al panificio Gobatto oppure telefonare allo stesso) e senza alcun impegno. Aderire all’”Alveare che dice sì!” non comporta nessun obbligo, nessun abbonamento, nessun obbligo d’acquisto. Ogni componente è libero di acquistare o no. Ogni settimana saranno poi pubblicate e rese note ai membri, da parte in questo caso dai responsabili dell’Alveare di Grado, le proposte e le offerte. Gli stessi membri potranno a questo punto a completa libera scelta decidere se acquistare o meno. Fatto l’ordine si sarà invitati a pagare, sempre on line. L’operazione si concluderà al giorno fissato quando ci si recherà a ritirare i prodotti acquistati. Il giorno prima della consegna coloro che hanno acquistato riceveranno la conferma e un numero di contrassegno. L’indomani si recheranno al panificio Gobato dove saranno sistemati all’esterno dei tavoli (è questa una delle caratteristiche di questa iniziativa) per ricevere la borsa della spesa. Per quanto riguarda Grado il ritiro è previsto il martedì dalle 18 alle 19. Ricordiamo ancora che si tratta di prodotti chilometro zero che i vari produttori aderenti propongono direttamente alla vendita. In Friuli Venezia Giulia esistono già un paio di alveari e quello di Trieste è indubbiamente molto attivo. —

AN.BO.

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