Alleanza isontina sulla Zona franca urbana

Accordo a Gorizia fra le categorie economiche: «Non vogliamo le stampelle del dopoguerra ma un Paese normale. Non possiamo sopportare che qui ci sia una pressione fiscale così forte al contrario di quanto succede nella vicina Slovenia»
Bumbaca Gorizia Aerea Zona Industriale S. Andrea
Bumbaca Gorizia Aerea Zona Industriale S. Andrea

«Non vogliamo la Zona franca del dopoguerra. Chiediamo soltanto di poter lavorare in un Paese... normale, dove ci sono quattro regole precise e non mille tutte interpretabili per mandare avanti la propria attività e dove non ci sono 120 tributi, tasse e imposte da pagare».

Ariano Medeot, presidente del Consorzio industriale e della Confartigianato, appoggia “senza se e senza ma” il progetto di Zona franca urbana. «Non si tratta di ottenere stampelle di Stato: ciò che vogliamo - argomenta con decisione - è la normalità. Non è possibile che un imprenditore che lavora a pochi chilometri di distanza dal Friuli Venezia Giulia, alludo alla Slovenia ma anche all’Austria, sia soggetto ad una tassazione assai più favorevole rispetto alla nostra. È chiaro che assisteremo ad un esodo delle aziende. Stiamo raggiungendo un punto di non ritorno: diversi distretti del manifatturiero stanno scomparendo e con loro tante competenze e abilità che hanno reso grande il nostro paese. Oggi ci troviamo davanti ad una scelta: o lavoriamo tutti insieme per cambiare passo, o del mondo dell’impresa non resterà traccia».

Sulla stessa lunghezza d’onda ci sono anche Ascom-Confcommercio, Confindustria e Coldiretti che si sono incontrate informalmente di recente per parlare del futuro della città. «Dobbiamo iniziare a lavorare su strategie condivise – ha dichiarato di recente Gianluca Madriz, presidente di Confcommercio Gorizia -. È indispensabile impegnarsi per il riconoscimento ministeriale. Nel nostro ruolo di rappresentanti delle varie categorie abbiamo il dovere di sostenere e monitorare l’iniziativa promossa dal Comune di Gorizia, che ha il merito di sollecitare tutti a lavorare per un obiettivo, in un momento in cui lo scenario sconfortante rischia di deprimere definitivamente l’iniziativa imprenditoriale, amplificando la crisi già drammatica».

Non cambia di molto la riflessione del presidente Coldiretti, Antonio Bressan: «Il nostro comparto sta attraversando una fase molto delicata, resa più difficile da paradossali distorsioni normative che si accaniscono su attività che invece dovrebbero essere sostenute».

Per Confindustria, rappresentata dal direttore Flavio Flamio, l’orizzonte è ancora più esteso. «La zona franca urbana è un inizio, ma l’obiettivo è quello di rifondare tante, troppe, incongruenze che penalizzano la vita dell’impresa: burocrazia, incertezza normativa, evidenti svantaggi infrastrutturali e una pressione fiscale insostenibile e del tutto sbilanciata nello scenario europeo».

Le categorie si sono messe sin da subito messe a disposizione dell’amministrazione comunale per contribuire concretamente allo sviluppo della proposta progettuale prevista dal Ministero nell’iter di richiesta di riconoscimento della zona franca urbana, e intendono attivarsi per coinvolgere l’ente camerale, casa delle imprese, a sostenere questo percorso ritenuto di «fondamentale importanza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo