All’ex lavatoio si discute di etimologia e curiosità del dialetto

Con il motto “Se se vol se pol”, l’Amis - all’ex lavatoio di via San Giacomo in monte 9 - prosegue, in collaborazione con altre realtà del territorio, con il proporre il suo calendario estivo. Tra...

Con il motto “Se se vol se pol”, l’Amis - all’ex lavatoio di via San Giacomo in monte 9 - prosegue, in collaborazione con altre realtà del territorio, con il proporre il suo calendario estivo. Tra questi eventi quello in programma oggi alle 18.30, a ingresso gratuito: protagonista il poeta e studioso Ezio Giust sul tema “Origini, etimologia ortografia e curiosità del dialetto triestino”, con gli intermezzi musicali di Paolo Piani e Marco Grandis. «Note – spiega Giust - sono, dal punto di vista etimologico, le provenienze italiche, venete, latine, e anche sanscrite nella parlata della città, ma tanti sono anche i crediti nati dall’intersecarsi con le lingue straniere, grazie al mito della “Città Grande” e in particolare quando l’impero asburgico riconobbe a Trieste lo status di porto franco». Pensiamo ad esempio a “tartaifel”, dal tedesco “der Teufel”, il diavolo, o a “plafon” dal francese antico “plat-fond”, soffitto. L’evento presenterà insomma un affascinante viaggio nella vivacità di un dialetto formatosi ieri, con influenze molteplici, e ancora così radicato, ma anche svelerà notizie e curiosità sui passaggi nel “parlare a Trieste”, dal tergestino, con i suoi debiti al friulano antico e al dialetto muglisano (parlato a Muggia sino all’Ottocento e estintosi poi a favore del muggesano di stampo veneto) al dialetto triestino. «Tra gli studiosi delle parlate locali – conclude Giust - una figura importante è Graziadio Isaia Ascoli che, nei suoi “Saggi ladini”, pubblicati nel 1873, individuò un ramo sud-orientale del ladino, rappresentato appunto dal tergestino, all’epoca già estinto, e dal dialetto di Muggia che allora andava scomparendo, se non nella memoria degli anziani. Una ventina di anni dopo, Jacopo Cavalli, studioso di glottologia, si prodigò di raccogliere, attraverso delle interviste a Muggia e Trieste, dal 1889 al 1893, storie personali, proverbi, tradizioni e leggende popolari, e termini usati nella quotidianità. Il frutto della sua ricerca venne pubblicato nel saggio “Reliquie ladine raccolte in Muggia d’Istria con appendice sul dialetto tergestino”.

Annalisa Perini

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