All’ex Nastro Azzurro sbarca la cucina cinese

Il nuovo gestore: apertura prima di Natale, ma potremmo proporre anche cibi giapponesi e italiani. E dal 2 novembre il “Bagutta” si chiamerà “Hong Kong”
Lasorte Trieste 28/10/11 - Via Carducci, Ristorante Cinese Hong Kong, Ex Bagutta Triestino
Lasorte Trieste 28/10/11 - Via Carducci, Ristorante Cinese Hong Kong, Ex Bagutta Triestino

di Furio Baldassi

Anche l’ex “Nastro Azzurro” avrà una nuova gestione con gli occhi a mandorla. Dopo la chiusura definitiva, nello scorso mese di luglio, dello storico locale sulle Rive, non c’è dunque voluto molto perché qualcuno ne raccogliesse l’eredità. Solo fisica, in termini di collocazione, perché il futuro enogastronomico del posto, come vedremo, è ancora tutto da definire. E, comunque, ha molto più a che fare col riso alla cantonese che con gli scampi in busara. La conferma arriva da Adriano Sossi, che cura gli interessi immobiliari della comunità slovena, proprietaria del foro commerciale e di altre location in zona, oltre all’antistante sede del consolato sloveno di via San Giorgio. «Sì, è vero, hanno affittato quei locali, compreso il limitrofo Bar Pescheria, che fa parte dello stesso blocco. hanno stipulato un regolare contratto commerciale e so che stanno preparando dei progetti di ampia ristrutturazione. Dal canto nostro, come proprietari del vano, abbiamo solo chiesto che nel locale, comunque, si facesse sempre ristorazione, era proprio specificato nel contratto».

Obbligo al quale, peraltro, nessuno ha intenzione né interesse a sottrarsi. «L’ho preso io - conferma a sua volta in ottimo italiano il nuovo proprietario, il signor Yi - per farne effettivamente un nuovo ristorante. Non mi chieda, però, quale sarà la tipologia, perché ancora non abbiamo deciso noi stessi. Di sicuro l’impronta cinese ci sarà, ma potrebbe essere abbinata a dei piatti giapponesi o, perché no, forse anche italiani, vedremo... Quello che è sicuro è che voglio aprirlo prima di Natale».

La nuova apertura conferma dinamismo e solvibilità, per certi versi incredibili, della comunità cinese. Arrivano, vagliano, comprano o affittano. Cash e senza problemi. Era successo così pochi mesi fa anche in un altro locale della tradizione, il “Bagutta Triestino” di via Carducci, ormai pressoché pronto. Riaprirà il 2 novembre col nome di “Hong Kong bar e ristorante”. Ammobiliato ormai nella sua quasi interezza, presenta anche una zona banco forse destinata ai cibi per asporto. L’offerta cinese è confermata, dunque, anche se è rimasta per ora al suo posto la scritta originale, che tuttora campeggia sull’entrata del locale. Difficile ci attenda, però, un domani di jota con gamberetti...

Decisamente più indietro i lavori al “Nastro” che comunque in pochissimi giorni una squadra di operosi orientali ha già svuotato di tutti gli arredi, iniziando il complesso lavoro di rifacimento degli impianti e di sistemazione delle pareti. Sparite, dunque, quelle di legno, che facevano tanto chalet quando ci si lanciava sul mitico risotto con gli scampi, così come le poltroncine imbottite sulle quali si erano seduti centinaia di nobili e famosi deretani. L’ex ristorante è attualmente un guscio vuoto, molto più grande di prima, ma presto l’ingegno di un qualche architetto e i miracoli del cartongesso lo trasformeranno in qualcosa di completamente diverso. Senza badare alla concorrenza. Nei circa duecento metri tra lo sbocco di via Venezian e piazza Venezia troveranno infatti presto spazio un ristorante giapponese, il “Michita”, quello nuovo dal nome da definire e la “Grande Shanghai”. Trieste, periferia di Pechino?

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