Altran chiama la città: inizia la vertenza

Il raddoppio dell’Aia fino al 2025 per l’esercizio della centrale termoelettrica è un dato irrevocabile. A2A è in regola con il decreto 46 del 2014 in ordine al rinnovo automatico dell’Autorizzazione integrata ambientale. Ma il sindaco Silvia Altran lo sottolinea: «Non considero affatto conclusa la questione. Ora inizia la vertenza, perchè è di questo che si tratta». È difficile immaginare margini di intervento, a questo punto. La Altran osserva: «Certo, non possiamo opporci al decreto legislativo 46. Ma se, come mi risulta, il carteggio tra il ministero e A2A in ordine al rinnovo automatico dell’Aia si è concluso in questi ultimi giorni, è altrettanto vero che con determinazione ora inizieremo noi il carteggio, al fine di ottenere tutte le delucidazioni e spiegazioni del caso».
La Altran lo ribadisce: «L’obiettivo del “no al carbone” va perseguito con fermezza, chiamando in causa il sostegno del territorio. E la Regione, rimasta assieme alla Provincia altrettanto all’oscuro della modifica ministeriale, pur soggetta a revisioni e controlli ministeriali stringenti, è al nostro fianco». Ieri pomeriggio la Altran ha incontrato i rappresentanti dei rioni e le associazioni di Legambiente ed “Eugenio Rosman” per affrontare la questione in modo unitario: «Ho proposto un’azione comune per procedere insieme, evitando l’ordine sparso, l’obiettivo di andare al superamento del carbone. Ritengo, peraltro, che non si possa aspettare il 2025».
Resta il fatto che c’è un decreto legislativo e l’azienda non ha fatto altro che perseguire le sue ragioni imprenditoriali, a fronte del possesso dei requisiti per il rinnovo automatico dell’Aia e di rigorosi controlli ministeriali. Il sindaco osserva: «Indubbiamente tutto è intercorso tra il ministero e A2A. Tuttavia, non intendo limitarmi a dire “pazienza” su una questione così importante e delicata e a fronte di un impianto che coinvolge direttamente il nostro territorio. Partiremo proprio da questo superamento del rinnovo dell’Aia per ricercare la strada più opportuna da seguire. Capisco, comunque - continua -, e ho sempre tenuto in considerazione, l’aspetto occupazionale e dell’indotto della centrale, per il quale va posta la dovuta attenzione. Anche per questo va studiato l’approccio più opportuno da assumere e come individuare i margini di intervento al netto del decreto 46».
Il primo cittadino quindi argomenta: «Posso pensare che recentemente si sia concluso il percorso procedurale in virtù del fatto che mi è stato riferito dagli stessi vertici aziendali di A2A che la conferma del raddoppio dell’Aia è giunta pochi giorni fa. Forse, pertanto, l’azienda ha atteso questa conferma prima di darne comunicazione. Detto questo, ritengo che quantomeno i vertici milanesi di A2A, per correttezza e trasparenza dei rapporti, che hanno visto l’istituzione dello stesso Tavolo tecnico ambientale permanente, ci avrebbero dovuto informare. Un aspetto per il quale a questo punto ne traggo le dovute conclusioni».
La Altran parla tradendo un certo imbarazzo, quando non anche una certa irritazione sulle modalità della comunicazione in merito alla modifica legislativa. Con tanto di decreto 46 presente sul sito ministeriale. «Il ministero - argomenta - è sempre stato l’interlocutore decisionale e di riferimento. Passare in rassegna tutti i decreti inseriti sul sito, del resto, è come cercare un ago in un pagliaio. La lettera inviata a novembre 2014 con circolare esplicativa ad A2A e a Ispra andava contestualmente inviata agli enti locali. Sul sito ministeriale, peraltro, è ancora presente l’indicazione della scadenza dell’Aia nel 2017. Ho rivisto tutti i verbali dell’Autorizzazione integrata ambientale precedente che si concludevano con la Conferenza dei servizi in cui Comune, Provincia e Regione esprimevano il loro parere, come avremmo dovuto fare nuovamente nel 2017».
Il primo cittadino, quindi, conclude con un appello: «Rivolgo ai cittadini l’invito a collaborare per decidere assieme le azioni da assumere, con il sostegno della Regione, per il futuro della nostra comunità».
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