Alunno troppo vivace Stop alla gita scolastica

La protesta di un genitore: mio figlio escluso dal viaggio L’istituto: affronteremo il problema assieme ai familiari





Il bambino è troppo vivace, niente gita scolastica. Il caso è accaduto in un istituto scolastico. A raccontare l’episodio è il padre dello studente, che frequenta le scuole medie a Fiumicello. «Già alla fine dell’anno scorso, così come previsto dal Piano offerta formativa – racconta il papà, di cui omettiamo le generalità per tutelare il minore – noi genitori siamo stati informati che la scuola avrebbe partecipato a un viaggio d’istruzione ad Assisi. Sono stato convocato per un colloquio. I docenti mi hanno espresso i loro dubbi circa la possibile partecipazione di mio figlio al viaggio in questione. Le motivazioni del diniego sono state, a loro dire, il comportamento poco affidabile, incontrollato e spesso scarsamente responsabile di mio figlio. Malgrado riconosca in lui un atteggiamento vivace e oppositivo, lo attribuisco esclusivamente all’età preadolescenziale, che ognuno affronta con i propri strumenti, risorse e limiti. Nel caso di mio figlio c’è una situazione familiare sicuramente conflittuale, a causa di una separazione che non gli permette di agire con serenità. Su consiglio dell’istituto abbiamo effettuato una serie di percorsi per la ricerca di eventuali disturbi comportamentali e dell’apprendimento, che i medici hanno escluso». Il papà del giovane studente sottolinea che la scuola ha un compito importante d’inclusione e deve utilizzare tutti gli strumenti in suo possesso per evitare emarginazioni. «In questo caso – scrive il padre in una lunga lettera inviata al quotidiano – non sono state prese sufficientemente in considerazione le dinamiche e le ripercussioni che questa decisione porterà al ragazzo, la cui autostima sarà messa a dura prova. I viaggi d’istruzione non sono solo una consuetudine ma un diritto degli studenti. Si può decidere di non portare un alunno in viaggio in caso di sospensione grave o in caso di comportamenti, in altre visite guidate, che hanno portato a sanzioni disciplinari oppure in caso di un sette in condotta. Tutto questo non trova riscontro nelle annotazioni segnalate dalla scuola alla famiglia. Per mio figlio è un’occasione mancata per imparare e per la scuola un’occasione mancata per insegnare».

L’istituto scolastico, contattato dal nostro giornale, tramite la coordinatrice di sede, risponde che «l’argomento, sicuramente delicato, sarà affrontato assieme alla famiglia». La docente aggiunge che «la scuola continuerà, come ha sempre fatto, a cercare un contatto con i genitori, nei tempi e nei modi che riterrà più opportuni». –



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