Ambulanza in ritardo, “pool” di periti

Il cardiologo Proclemer sarà affiancato dal medico legale De Maglio e dall’anestesista di Eluana Englaro, De Monte
Di Laura Borsani

Sarà un “pool” di medici specialisti a stabilire se il monfalconese di 64 anni Vincenzo Mongiello, colpito da infarto nel febbraio del 2012 davanti alla sua famiglia, nell’abitazione in via San Vito, a Monfalcone, sarebbe potuto sopravvivere qualora l’intervento degli operatori sanitari non avesse subito ritardi a causa di uno sbaglio di indirizzo.

Al cardiologo Alessandro Proclemer, direttore del reparto di Cardiologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, già nominato Consulente tecnico d’ufficio, si affiancheranno altri due medici di spessore e notorietà professionistica. Si tratta di Alfonso De Maglio, medico chirurgo specialista in Medicina legale, e di Amato De Monte, anestesista tra i più conosciuti medici friulani, che nella casa di riposo “La Quiete” di Udine aveva guidato l’equipe per accompagnare Eluana Englaro verso la morte, nel 2009.

I nuovi consulenti tecnici sono stati nominati ieri, durante l’udienza al Tribunale di Gorizia, dal giudice Andrea Comez, su richiesta dello stesso cardiologo Proclemer che ha sostenuto l’opportunità di estendere l’incarico ad un collegio peritale, potendo eseguire le verifiche in un contesto pluridisciplinare.

Il compito del collegio sarà quindi quello di valutare se senza il ritardo del soccorso il monfalconese di 64 anni sarebbe comunque deceduto oppure no e con quale grado di probabilità sarebbe stata garantita la sopravvivenza dell’uomo.

In virtù dell’estensione della consulenza tecnica ad un collegio, anche il pubblico ministero, le difese e le parti civili hanno ora diritto di avvalersi di tre periti. I consulenti tecnici coinvolti potrebbero pertanto diventare complessivamente dodici.

La nuova udienza è stata quindi calendarizzata per il prossimo 22 settembre.

In quella sede è prevista l’illustrazione della perizia eseguita da parte del collegio nominato dal giudice e quindi delle relative conclusioni alle quali giungeranno gli esperti nel fornire la risposta al quesito formulato ieri in aula, nonchè la discussione.

Il fatto risale al febbraio del 2012. Vincenzo Mongiello, residente in via San Vito a Monfalcone, era stato colto da un attacco cardiaco poco dopo il pranzo. Quando giunsero i soccorsi, nonostante un’ora di rianimazione, per l’uomo non ci fu nulla da fare.

Il ritardo dei mezzi di soccorso, come è emerso a processo, era stato di circa diciotto minuti. Anzichè in via San Vito, l’ambulanza e l’automedica si erano dirette invece verso Ronchi dei Legionari, in località San Vito.

Partite dall’ospedale di San Polo avevano percorso la Strada regionale 14, corrispondente a via Primo Maggio, per raggiungere l’abitato ronchese, passando peraltro proprio davanti alla villetta dei Mongiello.

Quando l’automedica e l’ambulanza, nel loro percorso verso Ronchi dei Legionari, si erano inoltre imbattute nello sbarramento del passaggio a livello, non era intervenuta alcuna modifica correttiva circa la direzione ormai intrapresa.

Nè cambiarono direzione quando, passando proprio davanti alla casa dei Mongiello, un congiunto aveva telefonato al 118 comunicando che stavano sbagliando strada.

In questo procedimento sono imputati due infermieri e un medico, accusati di omicidio colposo.

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