Amir Naderi a Erto e Casso "gira" la sua montagna

Il grande regista iraniano sarà in ottobre nella Valle del Vajont dove ambienterà il suo nuovo film "The mountain" con Maya Sansa e Andrea Sartoretti
Amir Naderi
Amir Naderi

Il suo cinema è fatto della stessa sostanza dei sogni, e lui si chiama Amir Naderi. Iraniano emigrato prima negli Stati Uniti, poi in Giappone, con i suoi film “Il corridore”, “Acqua, vento, sabbia”, la trilogia di Manhattan, “Vegas: Based on a True Story” e “Cut”, ha incantato le platee e i più importanti festival internazionali. Ora il regista ha scelto il Friuli Venezia Giulia per ambientare il suo prossimo film. Si intitolerà “Il monte” (“The mountain”) e sarà girato tra Erto e Casso, nella Valle del Vajont, in provincia di Pordenone. Il nuovo progetto non si discosterà dalle atmosfere oniriche e visionarie che ammantano il cinema dell'autore.
La storia riguarda una famiglia che abita in un paese, all'ombra di una montagna, da dove tutti se ne stanno andando. Un plot che sembra calzare a pennello ai paesi dei quali «Naderi si è innamorato all'istante», racconta Federico Poillucci, presidente della Film Commission Fvg, particolarmente soddisfatto della qualità delle produzioni che stanno arrivando in regione.
Impressione confermata anche da Gianluca Novel, che ha accompagnato personalmente il regista a visitare le location. «Sono andato a colpo sicuro - racconta - i due paesi sembravano perfetti. Quella di Naderi è una storia fuori dal tempo, una sorta di parabola biblica, e quindi cercavamo un luogo dove il tempo si fosse fermato. Lui insisteva a dire che voleva "pietra nuda". Quando ci siamo arrivati non faceva altro che scattare fotografie. Ci siamo tornati due volte e abbiamo trovato grande collaborazione da parte delle amministrazioni di entrambi i Comuni. Ci hanno dato moltissimi suggerimenti utili. Stiamo coinvolgendo anche associazioni di cultura contadina per trovare gli oggetti di scena. Carri, zappe, rastrelli, slitte per trasportare la legna. Tutto com'era una volta».

La protagonista di "The mountain", Maja Sansa
La protagonista di "The mountain", Maja Sansa


Il film sarà prodotto dalla Citrullo International di Luciano Barcaroli, Carlo Hintermann, Gerardo Panichi e Daniele Villa, una delle realtà produttive più “impegnate” a livello autoriale in Italia.
Reduci dal successo internazionale del documentario “The dark side of the sun”, a settembre saranno a Venezia col nuovo film di Amos Gitai, e possono vantare una importante partecipazione nelle riprese del film di Terrence Malick “The Tree of Life”.
Hintermann racconta che il progetto è apparso loro assolutamente “necessario” nel momento stesso in cui ne hanno letto la sceneggiatura. «Amir stava ragionando sul fatto di girare un film in Italia - spiega - e ci è sembrata un'occasione interessante. Ma appena letta la storia ci siamo convinti che fosse proprio indispensabile. È una storia semplice ma molto simbolica. La famiglia del film, nonostante tutte le difficoltà, continua a vivere all'ombra di una montagna che le oscura il sole, impedisce di coltivare i prodotti della terra e di vivere una vita piena e normale. Finché il protagonista non decide di andare sulla sommità della montagna per distruggerla e tornare a far splendere il sole sul suo villaggio. Quando Amir ce l'ha raccontato ha detto: “Vorrei fare un film sull'uomo che riporta il sole nel suo paese”. Ci è sembrato un segno del destino».
Le riprese avranno inizio in autunno, probabilmente già nel mese di ottobre, e andranno avanti per quattro settimane prima di spostarsi in Alto Adige, dove verranno girate le scene ambientate in montagna. Nel ruolo dei protagonisti sono stati confermati gli attori Andrea Sartoretti e Maya Sansa, che in Friuli Venezia Giulia c'è già stata, non molto tempo fa, nel film di Marco Bellocchio “Bella addormentata”, ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, e nel 2007, a Trieste, per la fiction televisiva “Fuori dalle corde”.
Ma un altro anello unisce Amir Naderi all'Italia e in particolare al Friuli Venezia Giulia. Lo scorso anno, infatti, quand'era in giuria al Festival Internazionale del Film di Roma, è stato tra i più accesi sostenitori del film del regista friulano Alberto Fasulo, “Tir”, protagonisti l’attore Branko Zavrsan e sua moglie, la triestina Lucka Pockaj, che alla fine si è aggiudicato il Marco Aurelio d'Oro.
Forse un altro segno del destino.

 

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