Amministratore unico nei guai per rifiuti abbandonati: assolto

Aveva accettato la nomina di amministratore unico di una società edile e s’è ritrovato a processo per rispondere dell’abbandono di rifiuti speciali da demolizione, pur non avendo più a che fare con il sito produttivo.
L’uomo, S.M., 42 anni di Monfalcone, ha dovuto affrontare due procedimenti, il primo culminato nella dichiarazione di prescrizione del reato, il secondo, invece, ha sancito la sentenza di assoluzione con formula piena, per non aver commesso il fatto.
Una vicenda complicata, quella che ha coinvolto il quarantaduenne, rincorso dalle ordinanze del Comune di Ronchi dei Legionari, in ordine a cumuli di materiale riversati nell’area di un capannone di cui ormai non aveva più la disponibilità.
L’uomo nel 2008 era stato nominato amministratore unico della società Edilpose, subentrata nel sito produttivo ronchese a fronte di un contratto di locazione stipulato con l’allora impresa individuale proprietaria Dekoros. Azienda, quest’ultima, dichiarata fallita nel gennaio 2009. Era stato lo stesso titolare a costituire la Edilpose, nel 2007, mantenendone la gestione in qualità di amministratore unico. Fino al passaggio della funzione al monfalconese. Nel 2012, a fronte del fallimento della Dekoros, la curatela aveva inviato lo sfratto alla Edilpose e nel luglio 2013 il giudice aveva disposto il rilascio del bene.
Un capannone da allora rimasto abbandonato, “ricettacolo” di conferimenti abusivi di rifiuti speciali, vernici piuttosto che materiale edile, come è emerso a processo.
Una situazione evidentemente insostenibile, tanto che il Comune aveva proceduto con i sopralluoghi e le relative verifiche.
Erano partite le ordinanze di sgombero, nei confronti del quarantaduenne.
Da qui l’avvio dei procedimenti penali, al Tribunale di Gorizia. Nel 2017 era quindi intervenuta la dichiarazione di prescrizione del reato contestato circa l’abbandono di rifiuti. Nel frattempo l’ente locale aveva provveduto a ripulire il sito, accollandosi pertanto l’onere della rimozione e dello smaltimento del materiale.
Ma calcinacci e vernici continuavano ad accumularsi ed il Comune aveva rinnovato l’ordinanza sempre a carico del monfalconese, finito nuovamente a processo per non aver ottemperato allo sgombero e al relativo trattamento di quella tipologia di rifiuti.
Lo scorso mercoledì 21 novembre, davanti al giudice monocratico Marcello Coppari, si è tenuta la discussione finale, seguita dal pronunciamento della sentenza di assoluzione a favore del quarantaduenne per non aver commesso il fatto. Il legale difensore, avvocato Andrea Pellegrini, ha osservato: «Il mio assistito ha dovuto affrontare una situazione davvero paradossale, di fronte a contestazioni per le quali era estraneo, considerato che da anni non aveva più la disponibilità di quel capannone, già acquisito dalla curatela fallimentare». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo