Ancora 316mila euro per i lavori del “Dhome”

Il giudice ha stabilito la somma che l’Euromax deve al 3Sixty Group a saldo della trasformazione in discobar del magazzino di via Tor Bandena
Di Corrado Barbacini
Foto Bruni 16.12.13 Nuovo disco bar DHOME
Foto Bruni 16.12.13 Nuovo disco bar DHOME

Alla fine la tegola per i conti relativi alla realizzazione del “Dhome” è arrivata. Oltre 800mila euro, iva esclusa.

Così secondo la sentenza pronunciata dal giudice Riccardo Merluzzi riguardante la citazione dell’Euromax da parte dell’architetto Alessio Grison, legale rappresentante della 3Sixty-Group, impresa affidataria che, proprio su incarico di Euromax, come sta scritto nella citazione «ha eseguito numerose e complesse prestazioni progettuali e ha gestito, dopo averle predisposte, le pratiche amministrative e urbanistiche, effettuando e coordinando i lavori che hanno consentito la trasformazione dei locali di via Tor Bandena».

Per la precisione, il giudice Riccardo Merluzzi, dopo aver quantificato in quasi 900mila euro il costo dei lavori per la realizzazione del locale, ha preso atto che la società di cui è legale rappresentante Fulvio Venturi, ha versato acconti per 485mila euro e alla fine ha quantificato - sempre al netto dell’Iva - quanto manca. E cioè 316mila euro. Somma alla quale si aggiunge quella relativa alla compensazione delle spese di giudizio tra le parti.

Il discobar - molto curato negli arredi, dotato di finestre antirumore e di strutture avveniristiche come un ponte interno sospeso - è stato realizzato trasformando un vecchio magazzino di proprietà del Fondo Mascagni, società che fa capo a Generali Real Estate.

Il locale è stato inaugurato nel giugno 2014 ma non ha mai avuto una vita facile. Infatti da allora non sono mancate proteste e polemiche da parte di un gruppo di abitanti della zona, che si sono lamentati per il disagio creato dalla clientela che faceva le ore piccole anche all’esterno del locale.

Secondo l’atto di citazione, redatto dagli avvocati Maurizio Consoli e Giulio Quarantotto, «vennero erogati da Euromax nel corso del rapporto e fino a dicembre 2013 in più soluzioni acconti per l'importo complessivo di 485 mila euro. Successivamente - continua la citazione - iniziarono incomprensioni tra le parti riguardo il contenuto del rapporto, sia dal punto di vista tecnico che contrattuale».

Ma la vicenda, nonostante l'intervento di alcuni tecnici incaricati dalle parti in causa, non si è sbloccata. Questo - stando alla citazione - anche se i lavori, nonostante le difficoltà, erano stati conclusi.

Osserva l’avvocato Piero Santi, che assiste l’Euromax: «In primo luogo va evidenziato che la società mia cliente non ha mai sostenuto che nulla fosse dovuto a titolo di saldo alla 3Sixty, ma che gli importi richiesti da quest'ultima erano eccessivi e inoltre che alcune opere erano gravemente viziate».

Il legale spiega: la 3Sixty chiedeva nella citazione un saldo, al netto dell'Iva, di 747.590,51 euro per opere forniture, progettazione e gestione amministrativa delle pratiche.

«La sentenza, che ha ridotto pesantemente le pretese avversarie, prevede invece a saldo delle cifre ben diverse, e per l'esattezza: 316.872,05 euro sempre al netto di Iva».

Poi chiosa: «L’Euromax ha visto accertato che la pretesa di 3Sixty in causa era enormemente eccessiva, e infatti l'ha ridotta di ben 430.718,46 euro, il che significa che rispetto alla pretesa azionata vi è stata una riduzione di circa il 58 per cento».

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