Anna e Antonio, coppia d’oro da una vita a capo dei “7 nani”



Quarantacinque lunghi anni di gestione dello stesso hotel e 50 di matrimonio. Sono i traguardi, invidiabili di questi tempi, che verranno festeggiati proprio oggi da Antonio Reia e sua moglie Anna, a capo dei “Sette nani”, assieme alla loro famiglia. A Sistiana l’albergo, dove passò anche il cantante Claudio Villa e che grazie alla discoteca annessa fu punto di ritrovo tra gli anni Ottanta e Novanta della gioventù triestina, resiste ancora.

«Merito della diversificazione dell’offerta», spiega il figlio Marco, che si occupa dell’amministrazione mentre il fratello Simon è ai fornelli e coordina la cucina. Altri sei dipendenti completano lo staff. «Ci sono nuove sfide ed esigenze di mercato da interpretare – osserva Marco – e noi cerchiamo di fare tutto ciò con diversi servizi». L’hotel oggi è un crocevia di ospiti molto diversi che hanno a disposizione un ristorante-pizzeria, stanze semplici ma anche suite. Così, qui, d’estate, arrivano i turisti con tanto di comitive, stranieri e italiani, ma durante l’anno alloggiano anche gli operai impegnati in qualche cantiere vicino oppure uomini d’affari.

«Bisogna dire che anche Portopiccolo e la famiglia Fari hanno incentivato nuovamente il turismo in questa zona e poi c’è una forte collaborazione anche tra le nostre strutture», sottolinea ancora Marco.

Ma lo zampino del padre Antonio, per quanto riguarda il loro hotel, ha comunque inciso. «Un uomo pacato, sempre con il sorriso», riferisce chi lo conosce, innamorato delle piante, che coltiva con passione negli spazi verdi adiacenti alla struttura.

Reia, oggi 76 anni, si è fatto da solo. A 18 anni arriva in Italia da Monte di Capodistria, località natia, dopo aver studiato alla scuola alberghiera di Lubiana. Lavora come cameriere alla Bottega del vino a Trieste, all’interno del castello di San Giusto. A 22 anni però si trasferisce a Londra, dove viene preso in un ristorante del quartiere Chelsea. Rientrato nel Bel Paese a 26 anni, fa il cameriere alla Marinella, dove peraltro incontra la moglie Anna con cui poi, a 31 anni, si lancia nell’avventura alberghiera. Nominato anche Cavaliere del lavoro, grazie all’esperienza pregressa e le cinque lingue parlate, riesce ad accontentare anche nel nuovo millennio tutti clienti del ristorante e dell’hotel ai Sette Nani: nome questo che la struttura aveva ancor prima che lui subentrasse. All’epoca però si trovava in quella che oggi è diventata la depandance, che non poteva che chiamarsi Biancaneve.—



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