Addio ad Anna Storti Abate, per trent’anni docente di Letteratura a Trieste

Scomparsa a 76 anni dopo una lunga carriera all’Università di Trieste. Il ricordo di Guagnini e le pubblicazioni

Annalisa Perini
Anna Storti Abate
Anna Storti Abate

Cordoglio desta la notizia della scomparsa di Anna Storti Abate, mancata recentemente all’affetto dei suoi cari. Nata a Udine il primo dicembre 1949, allieva del critico e storico della letteratura italiana Giuseppe Petronio, per oltre tre decenni è stata docente di Letteratura italiana alla Facoltà di Lettere e Filosofia e poi al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste.

I colleghi e gli amici la ricordano per il suo rigore nella ricerca, per la sua puntualità, apertura e generosità. Nel 1992 è stata tra i fondatori dell’associazione Archivio e Centro di documentazione della Cultura regionale, collaborando all’allestimento di numerose mostre e quaderni. Tra i suoi libri, “L’età giolittiana” (1978), “Introduzione a Capuana” (1989), la cura dell’importante carteggio di Giuseppe Prezzolini e Scipio Slataper tra il 1909-1915, (2011) e un’edizione commentata del “Mio Carso” (2015). Oltre a scritti diversi su Leopardi, Pascoli, Carducci, Mameli, Percoto, si sottolinea la sua cura delle carte di Giani Stuparich all’Archivio degli scrittori e della cultura regionale dell’Università di Trieste, di cui sono frutto anche i volumi, da lei commentati, del “Diario 1913-1915”, del 2022, e “Come leggere Dante”, del 2024.

«Fondamentali restano le sue ricerche sull’età giolittiana – ricorda Elvio Guagnini – sugli scrittori veristi, sulla cultura vociana e, in particolare, su Scipio Slataper e Giani Stuparich. È stata una collega e un’amica con la quale era bello e produttivo lavorare, potendo ammirarne anche la capacità comunicativa che le permetteva di sostenere i rapporti di collaborazione con colleghi di altre sedi e di altri paesi. E mi riferisco alla sua attività di coordinamento redazionale della rivista “Aghios” da noi pubblicata assieme al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Lecce».

Le sue preoccupazioni nell’ambito professionale, ricorda ancora Guagnini, erano rivolte particolarmente al buon rapporto con la didattica e al miglioramento delle strutture in cui si operava. Nel suo percorso professionale ha promosso anche numerose pubblicazioni riguardanti la didattica dell’italiano nella scuola media. Storti Abate ha collaborato alla rivista “Problemi” con saggi dedicati alla rivista” Il Marzocco”, ad Alfredo Panzini “piccolo borghese”, ai rapporti tra scienza e letteratura tra Ottocento e Novecento, a Ruggero Timeus Fauro e la cultura nazionalistica del primo Novecento e alla storia del romanzo verista in Italia.

Sulla rivista “Metodi & Riceche” ha pubblicato pagine su Ippolito Nievo, curato e presentato pagine di Francesco Dall’Ongaro e studi su Giani Stuparich e sulla cultura della “Voce”. Tra i suoi più recenti lavori, nel volume 82 uscito nel 2024 del periodico della Società di Minerva di Trieste “Archeografo triestino”, è stato pubblicato un suo importante saggio su “Slataper e i Confini orientali”.

Riproduzione riservata © Il Piccolo