Antonella Ruggiero, concerto fusion a Grado

GRADO Si chiama “Concerto versatile” e pare un giusto titolo per il concerto di un’artista poliedrica e in continua ricerca come Antonella Ruggiero, voce tra le più belle della canzone italiana. Ruggiero, in esclusiva regionale, sarà oggi, domenica 13 agosto, alle 21.30, alla Diga Nazario Sauro di Grado per un altro appuntamento del Sun&Sounds Festival (che proseguirà il 23 di agosto con Giuliano Palma per chiudersi il 3 settembre con Marina Rei). Ecco che cosa ci ha anticipato la cantante.
A vedere i suoi impegni, non si può proprio parlare di un’estate in vacanza… «Già, nessuna vacanza. Ma sono contenta di non farla. La mia vacanza ideale, comunque, sarebbe a casa mia: nel verde della campagna lombarda o a Berlino. Insomma, le vacanze, per me, hanno il senso di farmi prendere una pausa dai viaggi in autostrada, dalle notti negli alberghi… Quest’anno, non posso farle perché stiamo lavorando a sei cd».
Di che si tratta? «In ottobre uscirà una raccolta di oltre novanta brani di generi diversi, che ho cantato con formazioni differenti e che sono stati registrati dal vivo da Roberto Colombo (suo marito, ndr), a partire dal 1996, anno in cui ho ripreso la mia attività da solista. Così, quest’estate, tra un concerto e l’altro, vado in studio per delle “aggiunte” a queste registrazioni live. Il titolo della raccolta sarà molto ironico: “Quando facevo la cantante”».
A Grado cosa proporrà? «Insieme a Roberto Colombo, vocoder e synth bass, Mark Harris, pianoforte e Ivan Ciccarelli, percussioni, faremo un bel percorso tra il mio repertorio (dagli anni ’70 a oggi) con arrangiamenti particolari, suggestivi e con molta improvvisazione. Ma ci saranno anche canzoni di epoche lontane oltre a un brano africano e a un brano indiano».
Cosa fa per esercitare la voce? «Dei vocalizzi a bocca chiusa prima di ogni concerto per “scaldare” le corde vocali: è un po’ l’equivalente di ciò che fanno gli sportivi con i loro muscoli prima di una gara. Per il resto, sto molto attenta all’aria condizionata».
Quali sono le cantanti che maggiormente apprezza per l’aspetto vocale? «Yma Sumac, Nina Hagen, Billie Holiday. Ma, ce ne sono tante, specie del passato, che ammiro per le loro caratteristiche vocali ma anche per il loro tratto umano di donne forti, determinate».
Che musica ascolta? «Al mattino sempre classica: mi fa bene al cervello. Amo molto gli autori di Germania, Svezia, Russia. Possiedono un animo che riconosco, che mi è molto familiare. E poi sanno mettere in musica la natura, gli elementi. Ascoltandoli, pare davvero di trovarsi in certe foreste o tra i fiordi. Inoltre, ascolto musiche sperimentali, popolari o che provengono da aree straordinarie (penso a certa musica asiatica, come alla musica latino-americana degli anni ’30-’40). Le radio, invece, non passano ciò che mi interessa, tranne Radio3 e Radio Popolare».
L’anno scorso è uscito per Sony Classical un cd di canzoni sue registrato da Fazioli nel quale è accompagnata dal pianista Andrea Bacchetti. Com’è andata? «Benissimo, sia con lui che con Fazioli e il suo gruppo di lavoro: sono stati molto ospitali e poi hanno ambienti molto belli, con un’acustica eccezionale. Con i loro pianoforti portano nel mondo una parte d’Italia straordinaria. Andrea, poi, è genovese come me: quindi ci riconosciamo nel carattere; sì, è particolare ma per me molto simpatico».
Segue ancora le vicende dei Matia Bazar? «Nell’89 non solo ho terminato di far parte del gruppo ma anche di esserne coinvolta emotivamente. Ciò che ai Matia Bazar è accaduto dopo è un’altra storia: la seguo, certo, ma come tanti altri. Ovviamente, quello dal ’75 all’89 resta un periodo per me molto importante. Ma da allora son passati tanti anni e ho fatto così tante altre cose…».
Riproduzione riservata © Il Piccolo