Antonione candidato sindaco Pdlvia il "niet" di Giulio Camber

Giulio Camber rompe il silenzio: "Non ho pregiudiziali né contro né a favore di nessun candidato, nemmeno di Roberto Antonione, e quindi dico: vinca il migliore". Il senatore triestino ne ha parlato con Renzo Tondo, il presidente della Regione che sta lavorando con pazienza certosina dietro le quinte e sostenendo con decisione carnica la candidatura di Antonione
TRIESTE.
«Non ho pregiudiziali né contro né a favore di nessuno e quindi nemmeno di Roberto Antonione». Giulio Camber rompe il silenzio. E, mentre si rincorrono le voci di un suo impegno (scritto o verbale) a non ”silurare” l’ex amico di un tempo lanciato alla conquista di piazza Unità, nel caso fosse davvero il candidato prescelto del centrodestra, fornisce l’interpretazione ”autentica”.


La sua. Il senatore di Trieste, dopo l’incontro ravvicinato e interlocutorio con l’aspirante sindaco di Trieste nello studio di Gianni Letta, il braccio destro del premier che già l’aveva singolarmente sondato, ha avuto un colloquio con Renzo Tondo. Nel suo studio in via Coroneo. Il presidente della Regione, lavorando con pazienza dietro le quinte ma sostenendo con tenacia carnica la candidatura di Antonione, cerca infatti da tempo la sintesi impossibile: vuole tenere unito il partito e riconquistare il Municipio. Ergo, tentando anche il ”recupero” del sindaco uscente Roberto Dipiazza, deluso dall’indicazione di Marina Monassi alla presidenza del Porto oggi all’esame della commissione di Montecitorio, vuole riavvicinare «Giulio» e «Roberto».


I grandi antagonisti. Missione improba, tanto più che la scena triestina è assai affollata, da Roberto Menia a Franco Bandelli, e i possibili giochi di sponda quasi infiniti. Ma il presidente della Regione non demorde e, anzi, dopo il colloquio con Camber, ostenta più ottimismo. Il motivo lo spiega il diretto interessato: «Al presidente Tondo ho detto che non ho pregiudiziali nei confronti di Antonione. Né contro né a favore. Come non ne ho nei confronti di altri candidati» afferma il senatore.


Subito dopo, a scanso di equivoci, aggiunge: «Gli ho anche detto che condivido il percorso individuato dal coordinamento regionale del Pdl ed esplicitato dal vicecoordinatore Sergio Dressi che prevede di sentire la base ed effettuare i sondaggi prima della decisione. Dopo di che? Vinca il migliore».


Avanti tutta con le consultazioni, allora, quelle che il coordinamento regionale si è incaricato di condurre rapidamente in porto: i nomi da misurare? «Alcuni» risponde Dressi. La società incaricata? Top secret, ma «seria e autorevole a garanzia di tutti», aggiunge il vicecoordinatore. I tempi? «Un paio di settimane». Poi, come stabilito, si esprimerà il coordinamento provinciale del Pdl, quindi «si consulterà la Lega» che ribadisce «prima i programmi, poi i nomi», e infine «si verificheranno le potenziali e auspicabili alleanze» con Udc e Futuro e libertà.


Sin qui Dressi. Ma, se alla fine del percorso, nonostante i dubbi dei camberiani, il candidato più forte e più gradito risultasse proprio l’ex sottosegretario agli Esteri? «Ne prenderò atto e non mi opporrò» risponde, sin d’ora, Camber. Non aggiunge, non serve, quello che ha già detto a Tondo. E che il presidente ha recepito perfettamente: il senatore garantisce per sé, non per il Pdl triestino dove l’insofferenza nei confronti di Antonione (accusato di essere distante e assente) e il timore di un ”repulisti” sta scatenando la corsa al candidato alternativo.


Da Antonio Paoletti sino a Dressi. Ma proprio il vicecoordinatore del Pdl, tirato in ballo, taglia corto: «Abbiamo individuato un percorso democratico con un unico obiettivo: vincere. Io non ho pregiudiziali sui candidati e apprezzo molto che anche il senatore Camber non ne abbia». Un passo avanti, non l’ultimo.


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