Antonione senza rimpianti «Ci avevamo visto giusto Ora ottimismo e velocità»

L’ex sottosegretario forzista fu uno dei primi sostenitori del progetto Nel 2004 tentò di avviare l’iter per riconvertire l’area con l’Expo 

il precursore

Soddisfazione e sguardo rivolto al futuro, senza rimpianti per quanto si sarebbe potuto fare già anni addietro e non fu fatto. È questo il pensiero di Roberto Antonione, segretario generale dell’Ince e, nel 2004, sottosegretario agli Esteri quando, in occasione della candidatura per l’Expo di quattro anni dopo, si fecero i primi tentativi per la sdemanializzazione del Porto Vecchio. «Bisogna sempre guardare in positivo - sottolinea Antonione - senza pensare a cosa si sarebbe potuto portare a casa 16 o 17 anni fa. La natura ci insegna che se un frutto si trova su un albero e non cade significa che non è ancora maturo, perciò penso che fosse necessario aspettare che i tempi lo diventassero». Guardare avanti con cognizione di causa, dev’essere questo ora il modus operandi di tutti gli attori in campo. «L’importante adesso è procedere con celerità - aggiunge l’ex senatore -. Quelli che all’epoca sostenevano la sdemanializzazione del porto possono solo avere la soddisfazione personale di averci visto giusto molto prima, ma è ben poca cosa rispetto a quanto ci prefiggiamo di avere nel prossimo futuro. È una firma molto importante - aggiunge - mi sembra si evidenzi un passo decisivo nella trasformazione di quella che abbiamo sempre considerato un’area strategica per lo sviluppo della città e della regione, anche se non ho elementi diretti per giudicare direttamente l’Accordo di programma a causa della situazione personale contingente, sono in quarantena in quanto positivo al Covid, seppure asintomatico. Ma penso che da oggi si possa guardare con soddisfazione e speranza al futuro del territorio». —

L.D.

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