Api, vespe e calabroni boom di interventi dei vigili del fuoco
È diventato un must dell’estate. Che vede, da una parte, i cittadini terrorizzati che ricorrono sempre all’intervento dei vigili del fuoco e, dall’altra, i pompieri che impiegano forze e mezzi per fronteggiare interventi che spesso non hanno a che vedere con l’emergenza.
In questi giorni di gran caldo, i vigili del fuoco sono spesso chiamati ad intervenire per i nidi di api, vespe e calabroni in prossimità di abitazioni. Si annidano un po’ dappertutto: nei tetti, sui sottotetti ma anche sugli alberi, appiccicati alle recintazioni, ai comignoli, persino al portoncino d’ingresso. I pompieri potrebbero scrivere un libro sulle tante casistiche. Per la rimozione dei calabroni intervengono in prima persona, indossando delle tute speciali. «Nel caso delle api - spiegano al comando di via Paolo Diacono - facciamo intervenire gli apicoltori. Indubbiamente, sono parecchi gli interventi di questo tipo d’estate».
Qual è il reale rischio di una puntura di questi imenotteri? Le vespe sono molto più aggressive e possono pungere anche senza venire esplicitamente provocate. Le api, invece, pungono più difficilmente: solitamente si difendono quando vengono allontanate con le mani. Il segnale principale di una puntura d’ape consiste nella presenza del suo pungiglione all’interno della pelle e la sacca venosa continuerà a pompare veleno per più di un minuto. Al contrario, l’unico segnale della puntura di vespa o di calabrone è rappresentato da un piccolo foro della puntura. Sia che si venga punti da un’ape sia da una vespa, l’area intorno alla puntura mostrerà un rapido rossore e si formerà una piaga rialzata (fluido sottopelle).
Altre notizie utili. I vespidi (comunemente conosciuti appunte come vespe) sono una famiglia di insetti sociali, appartenente all’ordine degli imenotteri. Possiedono un corpo allungato che può raggiungere anche i 5 centimetri, bruno o nero a strisce gialle. In alcuni Paesi tropicali possono avere anche colori più variegati.
I nidi possono essere realizzati in modo a volte anche complesso, e sono costruiti impastando del legno con la saliva. Sono posti a seconda della specie su rami, rocce, nelle cavità dei tronchi oppure sottoterra o ancora in manufatti antropici come camini, sottotetti, l’interno delle travi di metallo, verande, serre, vetture abbandonate, e sono divisi in cellette esagonali con apertura inferiore o laterale. —
Fra.Fa.
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