Appalti truccati, il processo resta a Gorizia

Respinta la richiesta di incompatibilità territoriale. I primi testi saranno sentiti il 19 giugno
Bumbaca Gorizia 07.06.2013 Conf Stampa Finanza Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 07.06.2013 Conf Stampa Finanza Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Sarà il tribunale di Gorizia a giudicare i quattro imprenditori accusati di associazione a delinquere ai fini di turbativa d’asta. Il collegio dei giudici (presidente Clocchiatti, a latere Russo e Rozze) ha respinto l’incompatibilità che era stata sollevata dai difensori degli imputati nella precedente udienza. Il tribunale ha anche respinto le eccezioni procedurali e nullità di alcuni atti predisposti dalla Procura della Repubblica avanzate sempre dalla difesa. L’udienza è stata, quindi aggiornata al 19 giugno per l’avvio della fase dibattimentale con la deposizione dei primi testi della pubblica accusai.

Gli imprenditori imputati in questo processo sono Alberto D’Agosto della “Nuova Geocam” di Cividale del Friuli, Bruno Brunetti della “Gaiardo” di Gonars, Franco Pessot della “Pessot Costruzioni” di Pordenone e Paolo Fornasier della Cogefor” di Susegana (Treviso). Sono coinvolti nell’inchiesta “Coffè break” sugli appalti pilotati condotta dalla Procura della Repubblica di Gorizia. Altri cinque imprenditori - Andrea Fantin della “Pessot costruzioni”, Giovanni Demo della ditta omonima di Summaga, Cristian “Spiga” di Tolmezzo, Giampiero Perissutti della “Ls Nord” di Tolmezzo ed Elena Brun, dipendente della Demo - sono usciti dal processoo dopo aver patteggiato pene varianti da 10 mesi a due anni prima ancora che il procedimento giungesse dinanzi al gup. Parti dell’inchiesta sono già state trasmesse per competenze territoriali ad altre Procure regionali.

La maxi-inchiesta, denominata “Coffee break”, era stata avviata quattro anni fa dalla Procura della repubblica. Gli uomini della Guardia di finanza avevano esaminato circa 180 gare d’appalto per opere pubbliche indette da varie amministrazioni comunali dell’Isontino e del Friuli Venezia Giulia per un importo totale di oltre 90milioni di euro, risultate “manipolate” dal sodalizio di imprenditori a partire dall’anno 2010. Nel mirino erano finite specificatamente 30 gare per un importo totale pari a oltre 16 milioni.

A conclusione della prima tranche di indagini nel dicembre 2012 erano stati deferiti alla Procura della Repubblica complessivamente 132 persone, di cui 9 ai sensi dell’articolo 416 C.p. “associazione per delinquere”. Questi, al fine di aggiudicarsi gare d’appalto pubbliche in varie parti del territorio nazionale, si accordavano fra loro secondo un complesso e collaudato meccanismo, fatto anche di reciproci scambi di favori. Secondo la Procura nel sistema introdotto da questa organizzazione, la libera concorrenza non esisteva perché tutte queste imprese erano colluse. (fra. fem.)

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