Arato un prato stabile di Lucinico Legambiente chiede il ripristino

Marco Bisiach

Un prato stabile di tre ettari stravolto dall’aratro e trasformato in un campo coltivato come tutti gli altri. Un autentico sfregio ad un ambiente naturale prezioso che, in seguito all’allarme lanciato dagli ambientalisti, dovrà essere in qualche modo sanato, sperando che la natura possa presto riprendersi ciò che le è stato tolto. È accaduto a Lucinico, in un’area in prossimità del corso dell’Isonzo, dove Legambiente ha denunciato alla Regione – e nello specifico al Servizio biodiversità – la distruzione di un prato stabile della superficie di circa tre ettari: di qui l’azione degli uomini della stazione forestale di Gorizia e l’attivazione di una procedura che porterà il Comune a emettere un’ordinanza di ripristino.

Quel prato era tutelato in quanto inserito nell’inventario regionale con tipologia “magredo a forasacco”, ed è uno dei tanti prati stabili che arricchiscono il territorio regionale, rappresentando autentici scrigni di biodiversità. In molti casi, ad esempio, ospitano specie rare come le orchidee. «Questo tipo di prati stabili sono sottoposti ad una protezione rigorosa proprio per questo motivo – spiega in una nota Legambiente, il cui comitato goriziano è guidato dal presidente Luca Cadez, e che punta in futuro ad organizzare iniziative di divulgazione ed escursioni per far conoscere meglio i prati stabili alla cittadinanza –: ospitano fino a settanta specie diverse di piante per ogni 100 metri quadrati, ma anche tanti animali, insetti e le api così preziose per l’ecosistema».

I prati stabili però oggi sono a rischio, anche perché le mutate condizioni economiche degli ultimi decenni stanno portando a fenomeni differenti. Da un lato i prati spariscono perché non vengono più sfalciati con regolarità, e dunque si riempiono di cespugli e arbusti. Dall’altro, invece, i proprietari ignorano o violano la legge e li arano per poi coltivarli, causando però in questo modo un danno immenso all’ambiente. Non solo. Accanto a comportamenti poco attenti ci sono anche atti vandalici più volte segnalati dagli ambientalisti, per non parlare delle scorribande di alcuni praticanti di motocross che spesso attraversano e, dunque, danneggiano anche aree tutelate.

«La riduzione dei prati stabili sta portando alla perdita di numerosi servizi propri dell’ecosistema – l’allarme lanciato da Legambiente –, tra cui l’impollinazione. Il rapporto con la natura e l’ambiente è fondamentale per il benessere umano, e ce ne stiamo rendendo conto mai come in questo periodo segnato dal coronavirus, e anche per questo motivo è importante preservare ecosistemi come i prati stabili». La legge poi parla chiaro. Fin dal 2005 la Regione ha tutelato i prati stabili prevedendo in caso di danneggiamenti, oltre all’obbligo del ripristino, anche sanzioni fino a mille euro per ogni mille metri quadrati rovinati. Esistono poi anche incentivi (fino a 250 euro all’ettaro) per i proprietari dei prati chiamati ad eseguire lo sfalcio, che possono presentare richiesta di contributo entro il 30 giugno. –

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo