«Architettura, troppa disorganizzazione»

Lo sfogo: «Nulla da eccepire su professionalità e preparazione dei docenti ma a Gorizia ci sono troppi disguidi e disagi»
Di Francesco Fain
FOTO BRUNI TRIESTE 26 01 09 FACOLTA' DI ARCHITETTURA:ASSEMBLEA STUDENTI
FOTO BRUNI TRIESTE 26 01 09 FACOLTA' DI ARCHITETTURA:ASSEMBLEA STUDENTI

Architettura: la sensazione è di aver scoperchiato una... pentola a pressione. Oggi, ad intervenire sono i genitori che parlano di una realtà «disorganizzata».

A prendere posizione è la mamma di due studentesse: una di Architettura e una di Giurisprudenza che chiede venga tutelata la sua identità. «Non faccio parte - dice - delle madri che scrivono al posto dei figli, tant’è che nell’arco di questi anni ho spesso esortato entrambe a mettere per iscritto le loro problematiche, indirizzandole ai docenti, cosa che peraltro hanno fatto. Oggi però, leggendo i vostri servizi, mi sento in dovere di intervenire. Nulla eccepisco sulla professionalità e preparazione dei docenti del corso di Architettura, ma il vistoso calo delle iscrizioni è frutto non solo del “sistema Gorizia”, ma soprattutto è il risultato della assoluta disorganizzazione della facoltà stessa e anche delle pessime modalità con cui i docenti hanno gestito il passaggio della Facoltà da triennale+specialistica a ciclo unico quinquennale».

La mamma entra nel merito della disorganizzazione «perché ho il confronto quotidiano con la facoltà di Giurisprudenza frequentata dall’altra mia figlia. Non è possibile che le date degli appelli di alcuni esami vengano pubblicate con un preavviso di pochi giorni rispetto alla data di apertura della sessione di esami, se non addirittura a sessione già iniziata. Per quanto riguarda invece il passaggio della facoltà a ciclo unico, scelta peraltro sacrosanta, sono fortemente critica per le modalità con cui questa è stata attuata. I ragazzi si sono trovati, con un preavviso minimo a subire un cambio di regole con effetto retroattivo che li ha penalizzati in modo molto pesante. Faccio solo un esempio tra i tanti: chi ha impiegato mesi e speso molti soldi delle famiglie per preparare una tesi di laurea triennale (allora obbligatoria non sapendo ancora del passaggio a ciclo unico) si è trovato nella kafkiana situazione di dover poi richiedere l’iscrizione al IV anno, anziché al primo della laurea magistrale, non avendo tra l’altro la garanzia di potervi accedere. Lungo sarebbe descrivere qui il contorto meccanismo matematico messo in atto dalla facoltà per accedere alla prosecuzione degli studi laddove erano iniziati e che di fatto ha favorito gli studenti in ritardo con gli esami i quali, saputo della trasformazione a ciclo unico della facoltà, hanno avuto la possibilità di scegliere se laurearsi o proseguire tranquillamente gli studi trovandosi iscritti al IV anno e di fatto alla pari con chi invece si era nel frattempo anche laureato, impiegando mesi a preparare la tesi. A fronte di una richiesta scritta inoltrata dai ragazzi ai docenti al fine di vedersi riconosciuti almeno dei crediti per la tesi ( cosa che poteva fargli risparmiare uno o più esami), il collegio dei docenti ha risposto negativamente».

Solo un esempio. «Facile capire - conclude la mamma - come qui il fallimento del “Sistema Gorizia” c’entri marginalmente, così come il discorso dei fondi della Regione mal impiegati. Disorganizzazione, mancanza di chiarezza e regole certe, hanno prodotto un passaparola negativo che ora si ritorce anche contro l’indubbia professionalità di alcuni professori. Mi sia permessa di fare solo un’ultima triste considerazione: come spesso nella vita tutto torna».

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