Arrestati a Palmanova 3 cittadini croati sorpresi con 55 chilogrammi di cocaina

Il blitz della guardia di finanza vicino al casello dell’a4 
Anna Rosso

Anna Rosso / PALMANOVA

I “narcos” balcanici hanno scelto il Friuli per stoccare i loro carichi di droga milionari e anche come snodo dei traffici che portano la cocaina dalla zona del Mar Nero fino alle principali piazze europee. A testimoniarlo le operazione della Guardia di finanza di Udine. L’ultima, giovedì scorso, ha portato al sequestro di oltre 55 chili di cocaina (valore oltre 15 milioni di euro) e all’arresto di tre cittadini croati. I Baschi verdi del Gruppo di San Giorgio di Nogaro sono intervenuti nel parcheggio di un grande negozio, vicino al casello di Palmanova, dove erano stati segnalati i continui movimenti di un furgone Mercedes con targa croata. I militari si sono appostati e hanno notato lo scambio di alcune buste di carta tra il conducente del furgone e le due persone (altri due cittadini croati) che erano a bordo di un’Audi con targa tedesca sopraggiunta pochi istanti prima. Gli investigatori sono intervenuti, bloccando le persone e sequestrando i veicoli. Sul furgone c’era la cocaina. Lunedì scorso il Gip di Udine Carlotta Silva ha convalidato gli arresti. I tre si trovano in carcere a Udine e a Trieste. Come hanno precisato i finanzieri «le indagini proseguono per risalire all’origine della droga, presumibilmente proveniente dalla cosiddetta “rotta balcanica”, la balkan route. I nuovi trend che riguardano i traffici di cocaina evidenziano che i carichi, partendo da Paesi del Sud America, seguono essenzialmente due rotte. La prima è quella che, attraverso il Messico, porta verso Usa e Canada. La seconda punta ai mercati europei attraverso tre direttrici essenziali: i porti dell’Europa settentrionale; quelli dell’Europa meridionale, spagnoli e italiani e, infine (ed è una novità) quelli del Mar Nero. In quest’ultimo caso la cocaina o rifornisce direttamente i mercati dell’est e del centro Europa, oppure viene trasportata su gomma verso l’Europa occidentale attraverso la via balcanica che è di certo più dispendiosa, ma risulta interessante per le organizzazioni criminali interessate a far arrivare il carico a destinazione grazie a un trasporto per loro più sicuro. A un’intensificazione dei controlli in determinati punti (esempio il porto di Gioia Tauro) è subito seguita una diversificazione delle rotte. —



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