Arrestato in Liguria l'anarchico triestino Luca Dolce: “Stecco” era latitante dal 2021

È ritenuto dagli investigatori un punto di riferimento tra gli anarchici del Triveneto: era stato condannato a tre anni e otto mesi per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti negli scontri dei “No Borders” al Brennero nel 2016

Luca Dolce
Luca Dolce

TRIESTE Il Nucleo operativo centrale di sicurezza della polizia di Stato ha catturato nel centro storico di Dolceacqua, in provincia di Imperia, il latitante anarchico triestino Luca Dolce, 37 anni, triestino, che ora si trova in carcere ad Imperia. Lo riferisce l’Ansa.

Il video dell'arresto di Luca Dolce, latitante anarchico triestino

L’indagine

L'uomo, ricercato dal 2021, è stato individuato al termine di una complessa indagine della Direzione centrale della polizia di prevenzione che aveva costituito un gruppo di lavoro con le Digos di Trento, Treviso, Trieste Genova e Brescia. L'attività è stata coordinata dalla Procura distrettuale di Trento diretta da Sandro Raimondi.

Dolce, che, al momento della cattura, aveva una carta di identità falsa, ha diversi precedenti ed è stato in carcere a Tolmezzo, Ferrara - dove è stato detenuto assieme ad Alfredo Cospito - e Modena. È ritenuto dagli investigatori un punto di riferimento tra gli anarchici del Triveneto e anche un elemento di collegamento con gruppi dell'antagonismo e del marxismo leninismo, anche per la sua produzione di documenti e testi pubblicati sui media d'area anarchica.

Il caso
L’anarchico triestino “Stecco” irreperibile dopo la sentenza

Il gruppo di Rovereto

Pur essendo triestino, dal 2009 “Stecco”, questo il soprannome, ha trascorso molto tempo con il gruppo anarco insurrezionalista trentino, nella zona di Rovereto, dove si è occupato di propaganda e logistica.

Secondo gli accertamenti svolti, Dolce avrebbe avuto anche un ruolo di coordinamento, a livello nazionale, nella promozione di attività anti carcerarie e ha intrattenuto corrispondenza con detenuti appartenenti alle Brigate Rosse.

La condanna 3 anni fa

Nel 2021 il 37enne era stato condannato a 2 anni e 4 mesi dopo gli scontri con le forze dell'ordine in occasione di una manifestazione organizzata contro la Lega nel 2018. Sempre nel 2021 l'autorità giudiziaria di Trento aveva emesso un provvedimento che unificava le pene concorrenti stabilendo per Dolce 3 anni e 6 mesi. L'ultima condanna è del 17 marzo scorso, quando la Corte d'appello di Trento lo ha condannato, assieme ad altri 62 anarchici, a tre anni di reclusione per i reati commessi al Brennero il 7 maggio 2016 durante una manifestazione di protesta contro il muro anti migranti annunciato, e mai realizzato, dal governo austriaco.

Le indagini e la cattura

L'attività di indagine finalizzata alla localizzazione del latitante è stata caratterizzata da estrema difficoltà operativa a causa delle straordinarie accortezze e dei consolidati atteggiamenti controinvestigativi messi in atto da Dolce e dai suoi fiancheggiatori. Tali comportamenti e conoscenze sono maturati anche alla luce dell'esperienza fatta - secondo gli investigatori - in occasione dell'aiuto fornito per la latitanza di Juan Antonio Sorroche.

Nelle ultime settimane l'area di ricerca è stata ristretta, a questo punto è stato impiegato personale del Nocs, che ha operato unitamente a elementi specializzati delle squadre di pedinatori e tecnici.

Il favoreggiamento della latitanza di Dolce si inserisce nel più ampio quadro d'indagine sul sodalizio di matrice anarco-insurrezionalista trentino, che «rappresenta una delle compagini libertarie più attive in ambito nazionale, per associazione sovversiva con finalità di terrorismo, finalizzata, oltre che al favoreggiamento del latitante, al compimento di specifici episodi delittuosi e dei reati di istigazione ed apologia con finalità di terrorismo», si legge in una nota.

Secondo gli inquirenti, Dolce rappresenta «una figura di assoluto rilievo dato il suo consolidato carisma riconosciuto trasversalmente da tutte le realtà anarchiche nazionali». La sua assidua militanza e propaganda sulle tematiche anticarcerarie e antirepressive, che hanno caratterizzato anche la recente campagna di lotta in solidarietà all'anarco-insurrezionalista, Alfredo Cospito lo collocano tra gli elementi più in grado di influenzare e orientare l'intero movimento anarchico nazionale«, conclude la nota.

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