Arrestato per truffa Danesepromotore di spettacoli a Trieste

I finanzieri hanno stimato un danno per il comune di Trieste di circa 300mila euro
Roberto Danese
Roberto Danese

Roberto Danese, 51 anni, direttore del settimanale «Il Meridiano» e noto promoter di manifestazioni e spettacoli, è agli arresti domiciliari: è rinchiuso nella sua abitazione di via principe di Monfort e non è autorizzato ad uscire nemmeno per comprarsi il cibo.

Secondo il pm Giorgio Milillo, Danese ha truffato vari enti pubblici tra cui il Comune, emettendo fatture false per alcune manifestazioni di cui aveva ottenuto la gestione. I finanzieri della polizia tributaria hanno stimato che il Comune di Trieste abbia subito un danno prossimo ai 300 mila euro. Sono stati posti sotto sequestro i suoi conti correnti e la mancanza di disponibilità finanziaria congiunta alla detenzione domiciliare, potrebbe influenzare negativamente lo svolgimento regolare degli spettacoli estivi di piazza Unità, così come programmati nel cartellone.

Il nome del manager, più volte candidato al Comune e alla Regione nelle liste di Forza Italia, era da tempo iscritto sul registro degli indagati della Procura. Il suo ufficio di via Roma 20 era stato perquisito dagli investigatori tre mesi fa. Ma la svolta è arrivata tra giugno e luglio quando il pm Giorgio Milillo ha chiesto al giudice Massimo Tomassini di autorizzare l’arresto di Roberto Danese, rinchiudendolo al Coroneo. All’inizio della settimana il magistrato ha deciso e martedì pomeriggio i finanzieri si sono presentati in via Monfort e hanno notificato l’atto a Roberto Danese: «Lei è in arresto».

L’ipotesi della Procura è supportata da un buon numero di documenti, sequestrati nell’ufficio dello stesso manager ed acquisiti negli archivi degli enti pubblici per cui lavorava. E’ emerso che alcune fatture sono state «costruite» nel suo studio, usando uno dei due computer. Come abbiano potuto passare il vaglio dei funzionari e dirigenti pubblici che poi ne hanno autorizzato il pagamento, non è ancora stato chiarito. Infatti è proprio verso questo versante inesplorato che si sta indirizzando l’inchiesta.

Il pm Giorgio Milillo su questi aspetti non secondari, ha interrogato per più di due ore la segretaria del manager arrestato. Per il momento il ruolo della dipendente è quello di persona informata sui fatti. Testimone e, per questo, obbligata a dire il vero.

Ieri il difensore di Roberto Danese, l’avvocato Alessandro Cuccagna, ha annunciato un immediato ricorso al Tribunale del riesame. A suo giudizio, l’arresto è immotivato perché ne mancano di presupposti. Da più di un anno Danese era indagato per «indebita percezione di erogazioni pubbliche». Una ipotesi di reato che non consente l’arresto, ammesso invece per la più recente ipotesi di truffa aggravata.

Le truffe, nell’ipotesi della Procura, sono state attuate attraverso la «100 maestri», una delle tante organizzazzioni «no profit», senza fini di lucro, nate in questi anni e di cui Roberto Danese era punto di riferimento. Secondo la legge che favorisce l’organizzazione di spettacoli pubblici e di iniziative culturali e sportive, queste organizzazioni non possono avere alcun utile, in quanto godono di particolari benefici fiscali. Per gli inquirenti la «100 maestri» sarebbe stata solo un paravento dietro il quale Roberto Danese ha operato sul mercato. Ma l’associazione, sempre secondo gli investigatori, non esisteva se non sulla carta.

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