Arriva catamarano e innesca il processo per contrabbando

Lavori sul mezzo straniero: 80 mila euro di evasione dell’Iva per importazione 

Il catamarano, battente bandiera panamense, era stato sequestrato. Un’imbarcazione della lunghezza di quindici metri, a fronte di un valore di 400 mila euro, proprietà di una società del principato del Liechtenstein, tra Austria e Svizzera, in grado di affrontare le traversate transoceaniche.

Il catamarano allora era alle fasi finali di realizzazione, affidata dalla società proprietaria a due operatori austriaci incaricati proprio di “far nascere” quel gioiello, avvalendosi di cantieri specializzati per le diverse fasi di lavorazione.

Era settembre 2016 quando l’imbarcazione, opportunamente trainata, era approdata a Monfalcone. Al Marina Hannibal, al fine di procedere con l’ultimo intervento di completamento. L’imbarcazione era stata pertanto posizionata a terra, nell’area del cantiere dove avrebbe affrontato i “ritocchi” finali, prima di poter scivolare nel suo incontro con il mare.

Ma invece delle ultime operazioni di allestimento, il catamarano era stato posto sotto i sigilli della Guardia di Finanza di Trieste. L’accusa contestata è stata quella di contrabbando, per la quale i due operatori austriaci sono finiti a processo.

L’accusa si basa sul fatto che per le imbarcazioni straniere presenti in acque territoriali a partire dai diciotto mesi, è obbligatorio il versamento dell’Iva, in virtù dell’importazione del bene nello Stato italiano.

Un importo evaso, dunque, che era stato quantificato dalle Fiamme gialle in 80 mila euro, pari al 20 per cento del valore del catamarano.

Quella che sarebbe diventata un’imbarcazione sportiva da 400 mila euro, aveva iniziato il suo “pellegrinaggio” verso i cantieri come un semplice scafo grezzo, via via trainato in mare nell’approdare laddove venivano eseguite le specifiche lavorazioni. Insomma, era stato un lungo viaggio, ma proprio al rush finale, anziché prepararsi al “battesimo del mare”, aveva incontrato i sigilli.

A nulla peraltro era valsa la richiesta di dissequestro, che la Procura non aveva accettato. Il procedimento per contrabbando a carico dei due operatori austriaci era iniziato nel 2017. A sostenere la difesa dei due uomini è l’avvocato Maurizio Rizzatto.

La prossima udienza, al Tribunale di Gorizia, è stata fissata per settembre e in quella sede saranno ascoltati due testimoni, per poi andare alla discussione finale.

L’avvocato Rizzatto da parte sua ha osservato: «Viene contestato il reato di contrabbando, tuttavia, il catamarano, sottoposto a lavorazioni particolari e specifiche, per le quali veniva cantierato in luoghi diversi, non è mai stato in navigazione, trattandosi di un bene in costruzione e pertanto trasferito via mare al traino di un’altra imbarcazione. Anche quando era arrivato a Monfalcone, dunque, il mezzo nautico era stato regolarmente posato a terra per essere sottoposto agli interventi». —

La. Bo.

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