Arrivano minori da Lampedusa

Intercettati dai carabinieri tre giovanissimi tunisini, i quali, erano diretti al San Luigi “perchè c’è una buona accoglienza”
Di Francesco Fain

Sono partiti da Lampedusa. Hanno raggiunto in treno Venezia. E poi sono giunti a... Gorizia. Perché, a quanto pare, si è già sparsa la voce che qui c’è un centro di accoglienza che funziona bene. Si tratta del vecchio oratorio del San Luigi che è diventato, di fatto, una struttura per minori non accompagnati.

Intercettati

tre tunisini

I carabinieri, l’altra sera, hanno intercettato tre minori non accompagnati che avrebbero voluto accedere al centro goriziano. Sono stati denunciati per “ingresso clandestino” e “false generalità” e accompagnati a Cividale del Friuli al Civiform. Sono tutti tunisini. A quanto pare, secondo fonti confidenziali, non sono gli unici che hanno effettuato questo tragitto: Gorizia, insomma, sarebbe entrata far parte delle rotte anche di questa tipologia di immigrati, i minori non accompagnati.

Qualche tempo fa, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Fabio Gentile si lasciò andare a una riflessione ironica, tagliente e quasi profetica: «Gorizia ora verrà inserita nelle mete a 5 stelle dalle agenzie turistiche per i clandestini minori non accompagnati».

«Attualmente, a quanto ci consta, sono una trentina gli ospiti del San Luigi. Il numero è pressochè costante. Il Comune di Gorizia praticamente non lo utilizza perché è in atto una convenzione con il Civiform di Cividale del Friuli», fa sapere l’assessore comunale al Welfare Silvana Romano.

L’organizzazione

del centro

Sullo sfondo le parole, pubblicate qualche tempo fa dal settimanale diocesano “Voce Isontina” di don Roberto Dal Molin, ispettore per il Nordest dei salesiani. Fece il punto della situazione proprio sull’accoglienza.

Ricordiamo i punti salienti. La gestione della struttura è stata affidata all’associazione salesiana “La Viarte onlus” che da più di trent’anni opera nell’ambito del disagio giovanile.

Attualmente sono presenti al San Luigi una trentina di minori non accompagnati delle seguenti nazionalità: Bangladesh, Pakistan, Afghanistan. «L’attività di accoglienza - racconta Dal Molin - è iniziata più di sei mesi fa: 9 educatori e 2 coordinatori dell’associazione assicurano un presidio permanente 24 ore su 24 e un’assistenza educativa-professionale di ottimo livello. L’ambiente è, nell’insieme, sereno e possiamo dire che i minori accolti sono contenti».

Emerse anche un altro dato importante che evidenziava (ed evidenzia tuttora) il livello di maturità della città: non si sono registrati episodi di intolleranza e conflittualità. «Non vi sono stati fatti per i quali si sia infastidita la cittadinanza e non abbiamo notizie di lamentele: anzi, si sta pensando a forme di volontariato nei confronti di alcuni che hanno manifestato l’intenzione di dare un aiuto. Alla base, vi è un progetto educativo serio e istituzionalmente vigilato e monitorato», sottolineò l’ispettore per il Nordest dei salesiani su Voce Isontina.

L’ambiente è igienicamente e sanitariamente adeguato grazie a controlli settimanali e vengono insegnate le regole dello Stato italiano (educazione civica) per cui possiamo dire che i minorenni non sono semplicemente “parcheggiati” al San Luigi ma vengono seguiti educativamente mediante le regole base della convivenza civile.

Riserbo

“obbligatorio”

Dal Molin evidenziò anche che «il riserbo dell’ambiente e la prudenza nel fornire notizie» non sono motivati dalla poca trasparenza ma «dal fatto che ora il San Luigi è una struttura di accoglienza che risponde alle normative di “protezione e tutela minori”.

Se prima l’ambiente oratoriano permetteva di entrare e uscire in modo incontrollato, ora l’accesso è regolato nel rispetto del mandato istituzionale e degli stessi minori accolti», le parole dell’ispettore per il Nordest dei salesiani.

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