Da Timmel a Scomparini: al Revoltella la collezione donata alla città dalla famiglia Luciani
Un folto pubblico ha salutato il nuovo spazio espositivo che prende vita al quinto piano del museo. I mecenati: «Il nostro dono a Trieste»

L’inaugurazione dello spazio espositivo permanente dedicato alla Donazione Luciani, attesa da maggio, si è trasformata mercoledì sera in un appuntamento affollato al Museo Revoltella. L’accordo tra la famiglia Luciani e il Comune, che prevedeva l’impegno a esporre la collezione donata, ha alimentato nei mesi curiosità, culminata appunto in una folta partecipazione per vedere da vicino l’allestimento nato dal gesto di mecenatismo dei due coniugi.
A introdurre l’evento è stato l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, che ha ripercorso quanto accaduto nell’ultimo anno e mezzo, ricordando quando i coniugi Luciani gli dissero: «vogliamo fare un dono alla città». Ha ribadito come l’impegno assunto dall’Amministrazione fosse quello di «accogliere la collezione ed esporla in una galleria affinché resti come atto di riconoscimento dello straordinario gesto fatto».

All’appuntamento non sono voluti mancare proprio loro, i protagonisti, i coniugi Luciani, intervenuti ricordando le motivazioni dietro alla loro scelta. Luciano Luciani ha spiegato che «se siamo qui è per due ragioni. La prima è che mia moglie mi ha contagiato con il suo amore per l’arte. La seconda è che ho avuto la fortuna di creare un’azienda, un’industria chimica, con idee rischiose e innovative che per fortuna hanno avuto successo e l’acquisto della collezione è stato possibile dopo la vendita della mia azienda».

Tornando alla collezione e al lavoro di quanti hanno reso possibile l’esposizione, l’assessore Rossi ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto dal Museo, grazie all’impegno della curatrice Susanna Gregorat, di Giuliana Fisicaro, Federica Moscolin e Roberta Bassi, chiamate a confrontarsi con una novità che ha richiesto studio, dedizione ed entusiasmo. «Un lavoro svolto da noi del museo, unicamente con forze interne. Sono state analizzate 116 opere, con 23 approfondimenti specifici, superando anche difficoltà legate al reperimento dei fondi necessari a ricerca e catalogazione» ha spiegato la curatrice del Revoltella.
«Il panorama degli artisti a molti è noto, è prevalentemente locale, con una sola eccezione proveniente da Torre del Greco, e il dialogo con il patrimonio del Museo Revoltella è stato ritenuto uno degli elementi più significativi - ha aggiunto Gregorat -. La varietà della collezione è stata considerata un punto di forza, tanto da portare alla selezione di una trentina di opere per il nuovo allestimento. Le opere parlano da sole - ha aggiunto Gregorat - e hanno ripreso nuova vita, in un piccolo miracolo che si rinnova».

I dipinti ospitati nelle due sale, che si trovano nell’ala compresa tra i terrazzamenti della Galleria al quinto piano, sono rappresentativi dei vari generi della raccolta complessiva: paesaggi, con una particolare attenzione alle marine; ritratti intensi e coinvolgenti; opere simboliste, con Vito Timmel figura centrale; decorativismo secessionista con Umberto Schiavon e le sinuosità eleganti di Glauco Cambon. Presenti anche firme tradizionali dell’arte locale come Eugenio Scomparini e gli artisti formatisi all’Accademia di Monaco.
«A fare da contrappunto concettuale - spiega la curatrice - una ventina di opere del patrimonio museale firmate dagli stessi autori presenti nella donazione. Tra le presenze più significative figura l’iconico Autoritratto di Leonor Fini del 1968». Il catalogo dedicato alla donazione documenta l’intera raccolta e il rapporto con le collezioni del Museo, ripercorrere la storia personale dei donatori. All’interno sono descritte le opere grazie a delle schede curate dal team del Museo.
«Il catalogo della Donazione Annamaria e Luciano Luciani costituisce il punto d’arrivo di una straordinaria avventura», ha dichiarato infine Rossi, definendo la raccolta un patrimonio prezioso tanto per i triestini quanto per i visitatori italiani e stranieri. La donazione Luciani, attraverso il valore e la varietà delle opere, rappresenta una eccezionale testimonianza di tale individualità triestina, che bene si esprime, nel contempo, nell’atto nobile e liberale di Annamaria e Luciano Luciani». —
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