Artisti fuori tema Il Parco dell’Isonzo resta senza scultura

Il Comune di Turriaco boccia tutti i progetti dedicati all’acqua presentati da Buttignon, Cecone, Grosso, Tramontini e Rizzardi
Di Laura Blasich
Bonaventura Monfalcone-22.12.2016 Scultura nel legno-Via Roma-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-22.12.2016 Scultura nel legno-Via Roma-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

TURRIACO. Il Parco comunale dell'Isonzo di Turriaco non sarà introdotto da una scultura. Non ancora, perlomeno. Il bando indetto dal Comune, grazie ai fondi ricevuti dal Cato e dalla Provincia di Gorizia per la valorizzazione dell’area, infatti, non ha avuto l’esito sperato. Non perché sia andato deserto, ma perché tutti e cinque gli artisti partecipanti sono stati giudicati “fuori tema”.

A presentare un progetto, per la cui realizzazione sono stati stanziati 9mila euro (comprensivi del compenso all’artista, acquisto dei materiali, spese per l'installazione), sono stati Franco Buttignon, autore della scultura dedicata alle vittime degli infortuni sul lavoro all’esterno del cimitero di Monfalcone, e Giuliano Cecone, il cui “famei”, scultura dedicata a chi faticava nelle campagne, è stato posto al centro della nuova rotatoria tra via Pordenone e via Diaz, ma non solo. Hanno avanzato la loro proposta anche il “pittoscultore” Marcello Grosso, lo scultore del legno Davide Tramontini ed Enrico Rizzardi.

«Purtroppo tutti i progetti, pure pregevoli, non rispondevano ai criteri del bando - spiega l’assessore alla Cultura, Carla De Faveri -. L’opera è destinata a rimanere all’aperto e c’era la richiesta di un rinvio all’acqua del fiume». Il bando chiedeva alla composizione scultorea innanzitutto di riprendere la valenza primaria dell’acqua negli ambiti fluviali “quale elemento cardine della vita di tutti gli esseri viventi, la cui prorompente forza ed estrema leggerezza sono la sua naturale e stupefacente essenza”.

La composizione dovrà essere quindi autoportante e realizzata con elementi lignei, o di altro materiale, massicci, da strutturare nella composizione con altri elementi più esili in riferimento proprio alla forza e alla leggerezza dello scorrere dell'acqua.

Secondo quanto previsto dall'amministrazione, l’opera dovrebbe anche far percepire il movimento vorticoso e fluido dell’Isonzo. Le richieste, comunque, non si fermano qui, perché la struttura per il committente “dovrà nel contempo esprimere una caratterizzazione aggregativa e di insegnamento della valenza imprescindibile che l’acqua ha per tutti gli esseri viventi, elemento naturale fondamentale da fruire nella sua globalità”.

Senza contare che la scultura dovrà pure armonizzarsi con il contesto ambientale in cui è inserita, uno dei due ingressi dell'area naturale, e “tener conto della tipologia di utenza del Parco, che comprende anche famiglie con minori”.

L’amministrazione comunale in ogni caso non sembra aver intenzione di rinunciare a installare l’opera, pensata per rendere evidente l’ingresso nel Parco e accogliere i visitatori nell'area naturale. «Stiamo valutando se riaprire i termini del bando», afferma l'assessore De Faveri. Intanto sono stati completati i due belvedere compresi nel progetto esecutivo di “riqualificazione dei percorsi didattico naturalistici e di rinaturalizzazione con inserimento di una composizione scultorea dell'acqua nel parco comunale dell'Isonzo di Turriaco”, approvato dalla giunta Bullian e finanziato con 50mila euro dalla Provincia di Gorizia e dal Cato.

Dopo la sistemazione della sentieristica avvenuta a fine 2016 e in attesa della scultura dedicata al fiume, i due osservatorii sono stati creati là dove le visualità panoramiche sul fiume hanno una particolare valenza emozionale e sono caratterizzate da una intrinseca specificità naturalistica legate al tema del ciclo dell'acqua.

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