Ascensore ko, prigioniere nel grattacielo

Il destino di 4 anziane che vivono nei piani alti dello stabile dell’Inps di via Battisti 10. Disagi anche per uno studio di ingegneria
Di Laura Tonero
Foto Bruni 09.01.13 Palazzo INPS via Battisti:ascensori guasti e inquilini arrabbiati
Foto Bruni 09.01.13 Palazzo INPS via Battisti:ascensori guasti e inquilini arrabbiati

Dieci persone “prigioniere” di un ascensore. Dal 3 gennaio scorso quattro signore anziane e sei dipendenti di uno studio di ingegneria che frequentano e vivono nel grattacielo di via Battisti 10, devono fare almeno 312 scalini per uscire di casa. Altrettanti per ritornarvi. L’ascensore non è a norma, per mesi resterà fuori uso. E alle persone anziane, l’Inps, proprietario del palazzo che un tempo sede dell’istituto previdenziale, ha proposto lo spostamento in un residence di Cavana. «Io e le altre signore che abitano qui non usciamo dal giorno in cui hanno bloccato l’ascensore. Ho il frigo vuoto, non voglio andarmene da casa», racconta Maria, 80 anni, problemi di tachicardia, invalida al 70% e per decenni impiegata nella portineria degli uffici Inps di via Gallina.

«Non riusciranno a completare i lavori in due mesi – osserva – la paura è che ci lascino qui isolati dal mondo o che ci sistemino in quel residence, senza le nostre cose, a tempo indeterminato. Nel mio ufficio ci sono dipendenti che non possono venire a lavorare, – riferisce invece Stefano Longhi della Sgm Consulting – c’è una ragazza incinta di sei mesi, una persona con un arto artificiale, una con gravi problemi alle ginocchia. Clienti e i fornitori non ci possono raggiungere. Come lavoriamo?»

La bizzarra storia ha inizio nel 2008 quando l’Azienda Sanitaria a seguito di un’ispezione mette fuori uso uno dei due ascensori dell’edificio perché non sono più ammessi due elementi sistemati in un unico vano come accade invece in via Battisti 10. Nel verbale di ispezione poi si legge che nei due di marca Wertheim è “evidenziata debolezza allo sfondamento dei portali riportanti le porte ai piani”. E ancora: “va sostituito sistema di inceppamento che in questo caso ha scarsa progressività: con una velocità di 1.2 metri al secondo una persona all’interno della cabina inceppata potrebbe farsi male”. Da allora da parte dell’Inps non è stato fatto nulla, le prescrizioni dell’Azienda Sanitaria non sono state eseguite. E i condomini hanno continuato ad usare “allegramente” l’unico ascensore rimasto. Lo scorso giovedì l’amara sorpresa. La ditta che fa la manutenzione all’impianto, Marta Ascensori, ha bloccato le porte dei “marchingegni” e appendendo un avviso ha informato che per motivi di sicurezza l’impianto è, definitivamente, fuori uso.

Negli anni intanto l’Inps ha traslocato nell’edificio a fianco e si è creato un’ entrata indipendente realizzando anche degli ascensori costruiti a ridosso delle finestre dei ballatoi interni. «Così – racconta la figlia di Maria Fabietti, 86 anni e residente da 40 al tredicesimo piano – da quelle finestre non entra più la luce e dovendo obbligatoriamente salire tutti quegli scalini, arrivando al settimo piano la luce delle scale si spegne». Non entra nemmeno un filo di luce da quelle finestre ormai cieche e nei giorni scorsi restando al buio un inquilino è stato preso da un attacco di panico.

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