«Ascolterò tutti i 1050 dipendenti»

Il manager ligure Barbazza scelto come successore di Razeto. Insediamento a giugno
Lasorte Trieste 07/04/14 - Wartsila, Presidio Lavoratori, Sindacati
Lasorte Trieste 07/04/14 - Wartsila, Presidio Lavoratori, Sindacati

«Ho iniziato a lavorare pulendo le sentine delle navi, a me la prima linea non fa paura».

Al telefono c’è Guido Barbazza, che in Wärtsilä Italia prenderà il posto di Sergio Razeto dal primo giugno. Dal punto di vista “etnico” un cambio alla pari: un genovese per un genovese. Nove anni di differenza anagrafica rispetto al predecessore: 56 contro 65.Talmente calibrato nelle repliche da dichiarare che le vittorie del Genoa e della Sampdoria «mi rendono egualmente felice». Sposato, una figlia quattordicenne.

Non vuole dire cosa farà una volta al timone della società «per rispetto nei confronti di Sergio, finchè resterà in carica sarà lui il capo-azienda». Sa bene che non lo attende un agile sentiero in discesa, vuole comunque anticipare alcune scelte di metodo, alle quali si atterrà tornando a Trieste, dove ha già lavorato dal 2002 al 2007.

«Avrò bisogno di due-tre mesi per orientarmi in una realtà complessa, di primaria rilevanza industriale, nella quale funziona una delle fabbriche di motori diesel più grandi al mondo». Inizio cauto ma pronta accelerazione: «Due priorità nell’approccio con Bagnoli: massima disponibilità all’ascolto, massima attenzione all’atmosfera e alla gestione della squadra». Ascoltare tutti, proprio tutti i 1050 addetti? «Tutti i 1050 addetti se sarà necessario». E’consapevole che non troverà un habitat sorridente e ben disposto. L’eredità non è semplice: Razeto aveva difeso con i denti quella che riteneva essere, per molti versi, una “sua” creatura.

Il 2 giugno, il giorno dopo l’insediamento, l’ingegner Barbazza non avrà modo di festeggiare la Repubblica, perchè avrà inizio l’apnea lavorativa a Helsinki, dove è in calendario un incontro periodico rivolto all’alta dirigenza del gruppo finnico.

Alla domanda su quale profilo manageriale ritenga di interpretare, Barbazza riflette un attimo e concede una risposta di stampo terminalistico-portuale: «Mi definirei un multipurpose. Perchè ho cominciato nel 1979 nelle sale macchine dei mercantili, non appena diplomato al Nautico. Poi gli anni ai Cantieri riuniti del Tirreno, dove ho conosciuto Razeto e dove ho fatto lo studente-lavoratore. Ho attraversato Fincantieri e sono arrivato a Wärtsilä. Ho vissuto per un certo periodo a Filadelfia, dove ho studiato le applicazioni motoristiche delle resine epossidiche. In Wärtsilä ho operato nelle realtà produttive come nell’apparato della “corporation”. Ho contribuito alla creazione di nuove officine “service” a Dubai e a Singapore». «Questa sintesi della mia storia professionale - riprende Barbazza - per spiegare che oggi gli incarichi di vertice implicano esperienze polivalenti: manifattura, “service”, vendita, mercato marittimo e terrestre...».

Nel moto curriculare un altro importante incontro umano e professionale, questa volta con un triestino: Pierpaolo Barbone, numero 2 della multinazionale finlandese e capo del “service”. Barbone, con i risultati del suo settore, ha guadagnato molti punti nella graduatoria finlandese: si fatica a portare a casa commesse marine e terrestri, allora le manutenzioni e i contratti “chiavi in mano” aiutano a salvare i numeri del gruppo. Chissà se il momento magico del “service” abbia inciso nella scelta che ha portato Barbazza alla guida di Wärtsilä Italia.

Il neo-leader si è cimentato anche con i problemi legati alla sicurezza sul posto di lavoro, avendo sviluppato il progetto “Zero Injury”.

Infine, un’attività interessante e originale, per quanto non propriamente rientrante in un pedigree manageriale: Barbazza è un romanziere. La sua ultima fatica si intitolava “Uomini neri”, ed è stata pubblicata tre anni fa dall’editore milanese Addictions-Magenes. In un sito leggiamo che «come i suoi tre precedenti lavori, “Salvate il generale”, “Il Diavolo all’Acquasanta” e “Rewind”, anche questo racconta una storia di mare e di uomini di mare». «I personaggi principali, gli eroi della storia, sono gli “Uomini Neri”, ovvero gli ufficiali e i marinai che lavorano in sala macchine, detti appunto così perché, passando gran parte del loro tempo a sovraintendere il funzionamento dei motori, sono spesso sporchi di grasso e olio». «La storia racconta della nave da crociera “Pacific Princess” ben nota per aver fatto da set cinematografico ad una famosa e fortunata serie televisiva intitolata “Love Boat”, che dopo aver passato diversi anni in disarmo nel porto di Genova viene acquistata, proprio quando sta per andare alla demolizione, da un armatore ligure che decide di riportarla agli antichi splendori, per poter offrire delle crociere “retrò” a clienti benestanti». A questo punto anticipare il finale sarebbe scorretto.

magr

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