Assegni antipovertà in regione sotto i 5.500 euro Isee

La bozza che la giunta presenterà alla maggioranza prevede requisiti d’accesso più severi del previsto
La Regione sta mettendo a punto l’attesa legge per contrastare la povertà
La Regione sta mettendo a punto l’attesa legge per contrastare la povertà

TRIESTE. La giunta Serracchiani medita l’abbassamento della soglia Isee per l’accesso all’assegno mensile di sostegno al reddito ovver alla maxi misura di welfare destinata a diventare legge entro giugno. Non più 6.500 euro annui, come nelle previsioni, ma 5mila o 5.500. La cifra è contenuta nella bozza della norma a cui sta lavorando l’esecutivo: se restasse tale significherebbe un assottigliamento della platea degli aventi diritto finora quantificati in 15mila famiglie.

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Meno beneficiari, dunque? Di sicuro, nelle intenzioni, i destinatari sono «i cittadini italiani, gli extracomunitari e i lungo-soggiornanti». Il documento è composto da 7 pagine e ripercorre a grandi linee i cardini principali che, oltre all’Isee, prevedono la stipula di un progetto con i cittadini per la ricerca di un posto di lavoro: in altri termini la Regione concede i fondi solo a fronte a un preciso impegno di chi li chiede. Il sussidio, inoltre, dura un anno ma può essere prolungato per altri mesi. Solo una bozza, al momento, che sarà sottoposta ai consiglieri di maggioranza in una doppia riunione tra oggi e domani. Qualcosa di questa ossatura potrebbe comunque cambiare, proprio in seguito al vertice di questi giorni. È una delle leggi più attese di questa legislatura, per la quale sono già pronti 10 milioni di euro in Finanziaria. Ma non sarà un provvedimento della giunta bensì dell’intero centrosinistra.

Le linee guida Si chiama “misura di sostegno al reddito” e si pone l’obiettivo di perseguire l’autonomia, l’inserimento sociale e lavorativo di chi è in difficoltà. Già dalle premesse della bozza si può cogliere la filosofia di fondo che accompagnerà la legge: l’aiuto pubblico non prevede solo un intervento monetario di «integrazione al reddito» ma anche il «coinvolgimento attivo» del beneficiario, finalizzato all’uscita dalla condizione di povertà. Ciò si concretizza attraverso la stipula di un patto tra il cittadino e i Servizi sociali comunali: un accordo scritto in cui la persona interessata si impegna assieme alle istituzioni «a compiere ogni sforzo» per trovare un’occupazione con progetti personalizzati. È in quest’ottica che «risulta fondamentale l’integrazione con le politiche attive per il lavoro». Va da sé che la Regione dovrà raccordarsi con i sistemi dei Centri per l’impiego.

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La presa in carico Saranno proprio i Centri per l’impiego e i Servizi sociali a valutare il fabbisogno del possibile beneficiario. A seguito delle verifiche i servizi, in collaborazione con l’utente, «predispongono un progetto che espliciti sia gli obiettivi di inclusione lavorativa e di inclusione sociale e riduzione dei rischi di marginalità connessi all’intero nucleo familiare». È quindi l’intera famiglia che viene considerata nel percorso di presa in carico. Qualora la persona non soddisfi i requisiti per accedere alla misura di sostegno al reddito possono essere attivarti altri strumenti come i tirocini, i lavori socialmente utili, incentivi per il lavoro autonomo e l’accesso agevolato al credito.

Le condizioni economiche L’Isee deve essere inferiore o uguale a 5.000-5.500 euro annui e non a 6.500, come si pensava, dice la bozza. La Regione integra il reddito della famiglia fino a quella somma, non oltre. Il beneficiario non dovrà però ricevere altri trattamenti “rilevanti”: in sostanza il valore complessivo dei contributi già incassati dai Servizi sociali, o di natura previdenziale, deve stare sotto il tetto dei 600 euro mensili. Nel caso in cui nel nucleo siano presenti una o più persone non autosufficienti la soglia è elevata a 900. La misura avrà una durata annuale, successivamente interviene una “sospensione” minima di 6 mesi. Il contributo potrà essere ripetuto per ulteriori 12 mesi, anche non consecutivi. Ma è un aspetto, questo, su cui la Regione non ha ancora messo un punto definitivo.

Gli altri requisiti Il richiedente non potrà possedere autoveicoli immatricolati nei 12 mesi antecedenti la domanda e di cilindrata superiore a 1.300 cc. O, ancora, motoveicoli di cilindrata sopra i 250 cc, immatricolati nei tre anni prima.

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