Assistenza anziani, parte la rivoluzione

TRIESTE. È l’Igea di Trieste la prima e, per il momento, l’unica Rsa del Friuli Venezia Giulia a superare l’esame della Regione. L’operazione di accreditamento delle residenze assistenziali e riabilitative dedicate prevalentemente agli anziani, che consente di poter operare per conto del servizio sanitario regionale, è partita e sta coinvolgendo una decina di realtà pubbliche e private del territorio. L’ente ha costituito una commissione apposita, chiamata ad appurare il rispetto di ben 166 parametri. Sono requisiti organizzativi, di sicurezza e assistenziali, come il numero di medici e infermieri da garantire.
Sul piano strutturale, invece, le verifiche investono il numero di posti letto, bagni e l’ampiezza degli ambienti. La precedenza, nell’iter seguito dell’amministrazione, viene data ai privati e poi alle realtà pubbliche.
Sono requisiti obbligatori entrati in vigore con una delibera di giunta della primavera del 2013 che, sulla base delle direttive nazionali, chiude la prassi delle “convenzioni” con contratto dando il via agli accreditamenti. Per le Rsa la vera novità è rappresentata dalla diversificazione delle prestazioni rese: nella delibera sono indicate due diverse tipologie di “intensità” assistenziale”; la prima investe le realtà riabilitative per le quali è prevista un’assistenza infermieristica ed assistenziale di almeno 160 minuti al giorno per ospite. Al secondo nucleo appartengono invece le Rsa con pazienti “non autosufficienti richiedenti trattamenti intensivi”. Qui la presenza infermieristica ed assistenziale deve essere assicurata almeno 240 minuti per ogni ospite, oltre agli standard imposti per il personale medico e di riabilitazione.
Non sarebbero mancati, nell’iter di verifica della Regione, gli intoppi: la procedura prescriveva la consegna della documentazione entro ottobre e, da quanto risulta, alcuni richiedenti avevano presentato una doppia domanda preparata sia dal gestore che dal proprietario. Questo avrebbe comportato, stando a quanto spiegano dagli ambienti sanitari, l’allungamento dell’iter di almeno 6 mesi. «La Regione Fvg ha previsto che il percorso di autorizzazione e accreditamento venissero unificati in un unico provvedimento rivolto sia alle strutture pubbliche sia alle strutture private che già svolgono attività di Rsa in Convenzione con l’Azienda Sanitaria», spiega Guglielmo Danelon, presidente dell’Aiop Fvg (associazione Italiana ospedali privati). «Tale unificazione ha determinato non pochi rallentamenti e disagi nei casi in cui proprietà dell’immobile e soggetto gestore non sono coincidenti, determinando, a tutt’oggi, la mancata formalizzazione ad esempio dell’accreditamento per la Rsa Mademar di Trieste».
Al contempo, si fa sempre più pressante in Fvg il bisogno di posti letto. «C’è una forte necessità per le post acuzie», lamenta ancora Danelon. «Ciò è una conseguenza diretta delle riduzioni di posti letto che il governo ha imposto alle Regioni, come si evince dai recenti piani sanitari». Il responsabile si dice comunque soddisfatto dell’approvazione della delibera e garantisce agli associati un coordinamento per il percorso di accreditamento e di adeguamento agli standard richiesti, sulla base dell’esperienza che lo scorso anno ha coinvolto, con analoghe modalità, tutte le Case di Cura della Regione.
«Al di là dei problemi formali e normativi che il provvedimento non ha saputo superare, determinati da un accreditamento concepito in modo diverso da quanto avviene nelle altre regioni che su tale questione hanno fatto da apripista (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna), – osserva il presidente dell’associazione – va dato atto che attraverso di esso tutte le Rsa regionali potranno da qui in poi essere caratterizzate dai medesimi requisiti, strutturali e organizzativi, superando così, e una volta per tutte, le differenze esistenti, a volte anche notevoli, tra diverse Aziende Sanitarie».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo