Attaccata e ferita da due cornacchie"Miravano a testa e occhi, un incubo"

Singolare aggressione dal cielo. Due cornacchie hanno attaccato una ragazza graffiandola, beccandole la fronte e facendole volare via gli occhiali mentre puntavano gli occhi. La scena ha evocato il film 'Gli uccelli' di Alfred Hitchcock. Motivo: gli animali volevano difendere un pulcino caduto dal nido
Ha parcheggiato l'auto dietro al PalaTrieste, nella piazzetta alberata sotto Giarizzole, l'ha chiusa a chiave e s'è messa sulle spalle la borsa da ginnastica. Una sequenza uguale a tanti pomeriggi, per una triestina che frequenta la palestra A&R, nel vicino vicoletto che collega via Miani a via Flavia, là dove in passato si proiettavano i film d'essai del cinema Lumière. Un vicoletto attorno al quale, evidentemente, si aggira ancora lo spirito di Alfred Hitchcock, se è vero che questa donna si è ritrovata vittima di un attacco di due cornacchie che l'hanno puntata, graffiandole la fronte e facendole volare via gli occhiali. Il tutto mentre i gabbiani ronzavano un po' più in alto, strillando nervosamente. Una scena che ha fatto ricordare a più di qualcuno gli spezzoni più celebri di "Gli uccelli". Proprio uno dei capolavori di Hitchcock. Solo che stavolta non era cinema.


Erano da poco passate le 18 di giovedì quando la signora si è presentata all'ingresso della palestra. Sotto choc, la faccia insanguinata. «Quando l'abbiamo vista così abbiamo pensato che fosse stata aggredita da qualche persona, poi ci ha spiegato cos'era successo e abbiamo chiamato il 118», racconta Marina, che lavora all'A&R. La vittima, in effetti, è stata portata al Pronto soccorso, dove le hanno medicato alcune ferite superficiali alla testa, somministrandole anche un'iniezione di antitetanica e prescrivendole degli antibiotici. Ma in quel piazzale alle spalle del PalaTrieste, non era mica finita lì. Altri automobilisti hanno rischiato di fare la stessa sorte, due in particolare non sono riusciti per diversi minuti a raggiungere la macchina parcheggiata temendo una nuova planata. «Io stessa - aggiunge Marina - sono andata a cercare gli occhiali della signora e quando mi sono chinata una cornacchia è partita da un albero. Ho fatto in tempo a schivarla».


Uccelli in preda a misteriosi attacchi di aggressività? Mandati fuori di cervello, forse, da un campo elettromagnetico invisibile? Niente di tutto questo, a quanto pare. Mamma e papà cornacchia - esemplari adulti che, come riferisce Stefano Sponza dell'Università, arrivano a un metro di apertura alare e possono di norma «andare in pressione solo se si trovano in mezzo a una colonia di gabbiani reali che minacciano il loro nido» - si sono comportati così per difendere uno dei due loro pulcini, rovinato sull'asfalto dopo essersi lanciato per la prima volta dal nido.


«È andata così, volavano radenti non appena vedevano qualcuno avvicinarsi al pulcino, lo percepivano come un pericolo. È la natura. Lo abbiamo raccolto noi e l'abbiamo ricoverato», precisa Gianfranco Urso, presidente dell'Enpa, i cui addetti sono intervenuti sul posto assieme ai vigili urbani e ai guardiacaccia. «Non c'è alcun mistero - ironizza Urso - d'altronde oggi, si pensi ai cinghiali, va di moda attribuire agli animali impeti assassini che non esistono».

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