Authority, un ribaltone anche a Trieste porto servizi

Azzerato il consiglio di amministrazione della multiutility. Le illazioni sull’amministratore portano a Huisman
Lasorte Trieste 26 04 05 - Autorità Portuale - Marina Monassi e Antonio Gurrieri
Lasorte Trieste 26 04 05 - Autorità Portuale - Marina Monassi e Antonio Gurrieri

Dopo il ribaltone all’Icmp, l’Istituto di cultura marittimo portuale alla cui presidenza al posto di Alfredo Maria Rossi Brigante è stato nominato Roberto Magris dirigente dell’Authority, la rivoluzione attuata dalla Torre del Lloyd sta per investire un’altra delle società partecipate: Trieste porto servizi, la multiutility che ha il compito di erogare servizi di interesse generale alla comunità portuale: acqua, luce, gasolio e di produrre innovazione in ambito informatico. Anche su questo argomento sono intervenuti con una dura nota i rappresentanti sindacali che sottolineano come «continua l’assenza di trasparenza e non si ferma la gestione monarchica degli attuali vertici dell’Authority». La presa di posizione vede concordi Filt-Cgil (Renato Kneipp), Fit-Cisl (Giulio Germani), Ugl mare (Gianfranco Ferri) e Sergio Nardini (Ciu-Unionquadri) mentre si è nuovamente tirata fuori la Uiltrasporti. Secondo i sindacati «l’assemblea avrebbe nominato un amministratore unico al posto del consiglio di amministrazione che era presieduto da Tiziana Benussi presidente, Alice Dibella amministratore delegato e Antonio Gurrieri consigliere subentrato nell’ultimo periodo allo stesso Magris. Le voci sul nuovo amministratore unico la cui nomina non sarebbe stata ancora formalizzata porterebbero all’ingegner Marko Karel Huisman direttore tecnico della Mhk consulting, società di servizi per l’ingegneria e l’architettura che opera nel settore edile e impiantistico. Lo scossone potrebbe ora giungere fino al direttore generale di Trieste porto servizi, Valentino Tana, la cui nomina risale all’era Boniciolli.

«Nel corso del tempo - sottolineano i sindacati - l'Apt ha affidato alla Pts la gestione complessa dei servizi, anche in virtù del distacco di proprio personale, riservando per sé la vigilanza sul suo operato. Ma negli ultimi quattro anni, nonostante vi fosse un aumento progressivo del carico di lavoro, i dipendenti della Pts si sono visti togliere gradualmente il terreno sotto ai piedi, mentre l'illuminato management di Autorità Portuale lasciava a casa un paio di risorse umane a cui era scaduto un contratto a tempo determinato. Risorse umane assunte per svolgere un lavoro che oggi - ci domandiamo - a chi è affidato, con quali risultati e con quale risparmio di spesa?»

«Le tensioni con le organizzazioni sindacali alla Torre del Lloyd - prosegue la nota - sono sempre state palpabili negli ultimi quattro anni, a causa dell'assoluta mancanza di trasparenza e dell'assoluto rifiuto degli attuali vertici a qualsiasi forma di dialogo e mediazione. Quattro anni in cui ci si è coperti dietro alla ripresa dei traffici senza veder conclusa alcuna altra iniziativa significativa (per esempio piattaforma logistica e nuovo piano regolatore)». (s.m.)

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