Auto sequestrate a Trieste: con la crisi 6 su 10 restano in deposito

Una lunga distesa di autoveicoli, parcheggiati ordinatamente nell’enorme piazzale, uno a fianco all’altro: vi si possono notare autovetture immatricolate di recente ed altre invece più datate, di qualsiasi marca e modello, dalle utilitarie ai Suv. Ma non mancano nemmeno i mezzi a due ruote, dagli scooter alle moto di grossa cilindrata. Non si tratta esattamente di un cimitero di veicoli, anche se il destino di molte delle vetture presenti potrebbe essere in qualche modo già segnato.
Ci troviamo in via Rio Primario, nel quartiere di Valmaura, nella sede di Autronica Assistance, il deposito giudiziario autorizzato per sequestri e fermi di veicoli, sia di tipo amministrativo che penale. Sono circa cinquecento i mezzi che attualmente sostano in quell’area: duecento automobili e trecento motoveicoli. Un numero considerevole, cresciuto in modo significativo negli ultimi tempi, in coincidenza con l’esplosione della crisi economica. Sono infatti circa una ventina i mezzi che vengono intercettati ogni settimana, quasi un centinaio ogni mese, pari ad almeno il 10 per cento in più rispetto a quanto accadeva solo pochi anni fa. Per lo più si tratta di sequestri o fermi di tipo amministrativo, dovuti a violazioni del Codice della Strada, al contrario delle situazioni penali, in cui si ha a che fare con un reato, come il furto del veicolo, e dove tutta la documentazione viene trasmessa al Tribunale. La curiosità è che la maggior parte dei mezzi in sosta forzata non è in regola con la copertura assicurativa. «È innegabile che con l’arrivo della crisi molte persone non riescono più a pagare l’assicurazione per motivi economici - spiega Emanuele Fornasaro, responsabile Autronica Assistance -. Mediamente, il 70 per cento dei mezzi sottoposti a sequestro amministrativo, riguarda proprio la mancata copertura assicurativa, mentre la parte restante è imputabile alla guida in stato di ebbrezza. In alcuni casi si tratta di riscontri effettuati sulle strade, ma generalmente sono veicoli lasciati parcheggiati nelle vie cittadine e che, dopo un controllo incrociato dei dati, non risultano in regola con il pagamento del premio».
I veicoli sottoposti a fermo devono per legge rimanere in deposito per un tempo determinato, che va da uno fino a quattro mesi, prima di poter essere ritirati: quelli invece sottoposti a sequestro possono essere recuperati immediatamente dai rispettivi proprietari. Ma qui torna a farsi sentire il problema economico: tra la sanzione elevata per le violazioni al Codice della strada, le spese accessorie e quelle di deposito (3 euro al giorno per le moto, 5 per le auto più Iva), la cifra che si viene a sborsare per recuperare la propria automobile o motorino sfiora i 1000 euro, ai quali bisogna aggiungere il pagamento obbligatorio di sei mesi di assicurazione. Ecco che allora più della metà dei mezzi in sosta forzata non viene ritirato: c’è chi decide direttamente di rottamarlo, con un risparmio considerevole, pari a quasi l’80 per cento del dovuto, e chi addirittura si disinteressa della questione e abbandona nel deposito il proprio mezzo, che però, dopo un certo periodo di tempo, viene colpito dal decreto di confisca emesso dalla Prefettura. «In pratica solo quattro macchine su dieci vengono ritirate dai proprietari, in genere quelle più nuove - continua Fornasaro -. Negli altri casi, in cui magari la sanzione è superiore al valore dello stesso veicolo, si decide per la rottamazione del mezzo, in genere la soluzione più sbrigativa ed economica. Ma c’è anche chi non si fa più vivo e lascia la propria vettura qui in deposito, dove, dopo qualche mese, viene avviato il procedimento di confisca, che in ogni caso comporterà in seguito delle conseguenze economiche per il proprietario».
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