Autovie studia soluzioni bypass per dribblare gli “imbuti” in A4

Due imbuti in A4. Uno da Portogruaro direzione San Donà di Piave, l’altro da Palmanova a Villesse. È l’effetto della discontinuità dei lavori sulla terza corsia cui Autovie Venete promette di porre rimedio con soluzioni bypass. Ma, assicura Maurizio Castagna, anche con i tempi rapidi dei prossimi cantieri: «Entro il 2017 contiamo di vedere completata la tratta da Palmanova almeno fino a Latisana».
Il nodo è quello dell’auspicata continuità dei lavori che non va però di pari passo con un percorso a singhiozzo. Perché il cronoprogramma impostato nella fase iniziale di progettazione ha di fatto anticipato il terzo al secondo lotto. «Per motivi imperscrutabili», sostiene Debora Serracchiani. «Perché attendevamo chiarimenti sulle interferenze con il tracciato della Tav tra Veneto e Friuli», ha ribattuto Riccardo Riccardi. Con queste premesse il riaggiornamento del piano economico finanziario, che il ministero sta vagliando alla luce degli ultimi ritocchi (il passaggio chiave è che l’aumento tariffario non potrà superare il tasso d’inflazione, stimato attorno all’1,5%), pone in primo piano la tratta Palmanova-Portogruaro ( la somma della parte finale del secondo lotto, del terzo e di una parte del quarto), da realizzare entro il 2022, ha chiarito nei giorni scorsi l’ad di Autovie. Se tutto andrà bene, ci si ritroverà però a quel punto con le tre corsie tra Quarto d’Altino e San Donà (i lavori del primo lotto si concluderanno entro l’anno) e tra Palmanova e Portogruaro e le due corsie tra Portogruaro e San Donà e tra Palmanova e Villesse. Un doppio imbuto, insomma, nelle zone di confluenza e prevedibili conseguenti rallentamenti.
Nel primo caso Autovie una soluzione ce l’ha già. E la utilizza in situazioni emergenziali. Si tratta del by pass rappresentato dalla A27/A28 che consente il rientro sul Passante e, in futuro, sulla costruenda Pedemontana veneta che drenerà traffico proprio tra Venezia e Portogruaro attraverso la A28. Nel secondo caso, vale a dire a Palmanova, «la questione esiste ma riteniamo di poterla controllare - assicura Castagna -. In che modo? Una parte del traffico proveniente da Sud, proseguendo lungo la direttrice Udine-Tarvisio, già alleggerisce il flusso complessivo, mentre per quanto riguarda gli incolonnamenti di auto e camion che si generano al Lisert, abbiamo sperimentato con buoni risultati l’utilizzo della nuova A34 Villesse-Gorizia come asse viario alternativo per chi è diretto in Slovenia e Croazia. Correttivi che serviranno non poco fino al termine del percorso.
Nel giorno dell’assemblea di approvazione del bilancio Castagna ha fornito due punti di riferimento temporali: entro il 2022 la terza corsia sulla Portogruaro-Palmanova, entro il 2031 la parte residua del progetto. La nuova priorità, precisa ulteriormente l’amministratore delegato d di Autovie, non imporrà tuttavia modifiche ai lotti preesistenti. «Nel nuovo piano finanziario la sola differenza rispetto a prima - spiega - è che il secondo lotto viene suddiviso in tre stralci. Uno di questi, quello che va da Portogruaro ad Alvisopoli, rientra nell’obiettivo funzionale di procedere fino a Palmanova, unendo quindi tutto il terzo lotto da Alvisopoli a Gonars e una parte del quarto da Gonars a Palmanova». L’intenzione è di partire contemporaneamente con i lavori ad Alvisopoli e a Palmanova. Per arrivare da lì al casello di Ronchis-Latisana nel 2017. In ultima battuta si lavorerà tra Portogruaro e Alvisopoli (la tappa è fissata al 2022).
Un’agenda che segue appalti che non corrono tutti alla stessa velocità. Per il secondo lotto bisogno infatti ancora procedere alle gare, mentre il terzo (per quanto vada ancora risolta il caso dell’interdittiva antimafia nei confronti della Rizzani De Eccher) è già affidato alla società consortile Tiliaventum (con la Rde c’è anche la Pizzarotti di Parma) e il quarto è stato aggiudicato in via provvisoria alla Cmb società cooperativa Muratori e Braccianti, in Ati con altre ditte. Un quadro che avrà naturalmente bisogno delle risorse per essere concretizzato. Castagna non nasconde che l’imposizione ministeriale del tetto del tasso d’inflazione non agevola: «Nell’attesa di definire il piano tariffario, contiamo di farlo tra una decina di giorni, è evidente a tutti che, se i contributi non aumentano, diventa sempre più difficile finanziare le opere».
Sullo sfondo il tema del commissario, un regime in scadenza a fine anno. L’auspicio, conclude l’ad di Autovie, «è che ci sia una proroga, date le semplificazioni di procedura che questo strumento garantisce e che ha sin qui ben funzionato».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo