Badante a giudizio per circonvenzione di incapace

l’accusa di furto di gioielli a una coppia di anziani 
Bumbaca Gorizia 11.09.2018 Tribunale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.09.2018 Tribunale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Rinvio a giudizio per le ipotesi di reato di circonvenzione di incapace e di furto aggravato di gioielli nei confronti della badante di 41 anni, che, secondo la Procura rappresentata dal pubblico ministero Ilaria Iozzi, aveva plagiato due coniugi anziani, residenti a Villesse.

A disporre il rinvio a giudizio, ieri al Tribunale di Gorizia, è stato il Gup Carlo Isidoro Colombo, che ha ammesso quali parti civili i due coniugi parti offese, lui 87 anni, lei 77, rappresentate dall’avvocato Francesca Negro, nonché la nipote dei due anziani con l’avvocato Massimo Macor. In relazione a entrambe le costituzioni di parte civile, il difensore, avvocato Massimo Forni di Udine, ha fatto opposizione. Con riferimento ai due coniugi, per difetto di valida autorizzazione alla costituzione da parte del giudice tutelare, mentre in merito alla nipote per difetto di legittimazione.

Il pm Andrea Maltomini, presente in aula, ha eccepito sulla mancanza del danno concreto per la nipote che l’avvocato Macor ha ritenuto invece effettivo, sotto il profilo morale e in ordine all’eredità dalla quale la congiunta era stata estromessa, nonché al denaro che la badante aveva prelevato dai conti correnti dei coniugi per i quali aveva la procura, risultati utilizzati per i propri scopi. Parti civili «immuni da vizi nella loro ammissibilità» per il Gup, che ne ha disposto l’ammissione. L’avvio del processo è fissato al 14 ottobre. L’avvocato Forni ha richiesto sentenza di non luogo a procedere sostenendo l’insussistenza di entrambi i reati. Con ciò facendo riferimento ad una certificazione medica dell’Azienda sanitaria, dalla quale risulta che gli anziani fossero in grado di intendere e volere, contestando anche il furto di gioielli, che erano stati recuperati.

Il difensore, a margine dell’udienza, ha definito «infondate le accuse, la signora s’era sempre comportata bene prendendosi cura dei coniugi». L’amministratore di sostegno, avvocato Maurizio Rizzato, ha parlato della perquisizione nell’abitazione degli anziani a seguito della denuncia di furto, e «i gioielli erano ricomparsi: eppure mancava un prezioso e se n’era trovato un altro non appartenente alla coppia».

Tutto era scaturito dalla denuncia presentata a fine febbraio 2019 dalla nipote. Il Gip aveva disposto l’allontanamento della badante dalla casa della coppia, il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo e di avvicinarsi ai coniugi ad una distanza inferiore ai 200 metri. Il pm Iozzi aveva richiesto, come la parente dei due anziani, la nomina dell’amministratore di sostegno (individuato nell’avvocato Rizzato) accolta dal Gip. Secondo la Procura, la donna, assunta e trasferitasi nell’abitazione degli anziani, aveva promesso loro di accudirli fino al decesso. Aveva ottenuto la procura generale per la gestione dei conti correnti e la nomina di erede universale del patrimonio. Sempre per la Procura i coniugi erano stati «plagiati»: dalle consulenze mediche e psichiatriche disposte dal pm, era stata rilevata la fragilità psicologica degli anziani. E, ancora, i prelievi dai conti correnti. Il Tribunale aveva ordinato il sequestro preventivo di denaro, nonché il sequestro degli atti testamentari e della procura generale.—

La. Bo.

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