Bagarre dem anche su fusione e referendum

Se il «non ce ne frega niente», schiaffato lì da Debora Serracchiani, su un tema cruciale come quello del porto di Monfalcone, dove per la cronaca lavorano centinaia di operatori e dunque per merito del quale altrettante famiglie trovano sussistenza in questa città, inevitabilmente provoca scossoni tra le quattro mura del Partito democratico, su altri argomenti in agenda politica la situazione non va meglio. Anzi. Ne è esempio lampante il tema, in una campagna referendaria ancora tutta in fieri, della Città comune o per dirla alla fusionista Nuova città, con posizioni da “tutti contro tutti”. E infatti, dopo il recente intervento del responsabile democratico regionale per gli enti locali, Lorenzo Presot, che in sostanza difendeva il documento proposto e votato all’unanimità dalla segretaria del circolo monfalconese Lucia Giurissa, attaccando pesantemente il sindaco “ribelle” Roberto Fontanot, è ora quest’ultimo, da Ronchi, a farsi nuovamente avanti per dire la sua, spalleggiato dal capogruppo consigliere dem Francesco Pisapia e dal segretario di circolo Franco Miniussi. E come si può immaginare non è una critica zucchero&miele.
«In tutti questi anni di attività politica ed amministrativa non abbiamo mai avuto modo di leggere una serie di volgarità, bugie e menzogne come quelle apparse a nome del signor Presot sulle pagine del Piccolo - esordisce il terzetto -. Il cittadino che al mattino ci ha incontrato per strada, ci ha rivolto questa domanda: “Ma cossa vol Presot, l’ex sindaco di Staranzano?”. Ce lo chiediamo tutti». Piccolo flashback: nelle sue dichiarazioni, tra le altre cose, il responsabile regionale degli enti locali aveva riferito che «Case Pater, aeroporto e polo intermodale, linee ferroviarie, viabilità e collegamenti tra i rioni, crisi del commercio e delle industrie sono tutti temi per anni richiamati nei documenti programmatici dell’amministrazione Fontanot, ma rimasti, dopo due mandati di governo, tutti irrisolti». E non si era limitato a snocciolare i desiderata rimasti carta straccia, ma aveva definito l’apparato di governo cittadino «immobile e incapace di affrontare e risolvere i nodi più importanti».
Di qui le controaccuse di Fontanot&co, che peraltro ricordano come le problematiche legate all’aeroporto, alla viabilità e alle case Pater siano di pertinenza regionale o addirittura dei Ministeri romani: «Il signor Presot è alla ricerca di un nuovo “posto” e lo trova candidandosi a futuro sindaco della “Novigrad del Basso Isontino”. Lo fa però senza nessuna argomentazione che non sia una denigrazione dei suoi avversari. Non c’è nelle sue affermazioni nessun dato che ci indichi perché i cittadini di Ronchi dovrebbero suicidarsi votando sì alla fusione». «Dire - proseguono - che a Ronchi tutto va male e che a Staranzano e Monfalcone tutto va bene significa semplicemente ancorarsi a quella cultura politica di basso livello tipica di uomini che non hanno nulla da dire, volta unicamente a sminuire le ragioni dei suoi avversari». «Per quanto riguarda la parte da Presot definita progressista del Pd di Ronchi - essa è formata da un gruppo di pensionati astiosi e consiglieri insoddisfatti che nulla o poco hanno dato per lo sviluppo della nostra comunità». E qui, si consenta la battuta, verrebbe da dire: dai nemici mi guardo io, dagli amici (dem) mi guardi Iddio...
Tornando al tema, i ronchesi tornano nuvamente a bollare come «pessima» la legge regionale 24/2014 sul riordino degli enti locali: andrebbe «rifatta ascoltando le voci dei sindaci e dei cittadini». Peraltro Presot, in virtù della sua carica, «dovrebbe mantenere neutralità sui problemi trattati». «Se questa - aggiungono - è la nuova classe dirigente che si vuole esprimere, Dio ce ne salvi».
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