Bambino picchiato C’era la querela e il pm ricorre in Cassazione

La Procura in particolare ha impugnato la sentenza di non luogo a procedere nei confronti della madre
Di Vincenzo Compagnone
Bumbaca Gorizia 21_07_2012 Via del Seminario abbandonata - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21_07_2012 Via del Seminario abbandonata - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Una probabile svista del Tribunale nell’emettere la sentenza, è destinata a riaprire, quantomeno per uno dei due imputati (vale a dire la giovane mamma) il processo per le gravissime lesioni causate, nel 2009, al piccolo Alex Moratti, che aveva appena 45 giorni. Sono state depositate nella cancelleria le motivazioni del verdetto, che aveva portato, il 1° dicembre 2012, alla condanna del padre, Marco Moratti, a 8 anni per lesioni volontarie aggravate e alla dichiarazione di non luogo a procedere per la madre, Cristin Nardon.

Dalla lettura del dispositivo, è emerso che per quest’ultima la decisione del collegio giudicante era scaturita dalla mancanza della condizione di procedibilità che doveva consistere nella querela sporta dal curatore speciale del bimbo, l’avvocato Bianca. Un atto che, viceversa, era stato regolarmente compiuto: soltanto che la querela si era probabilmente “smarrita” nel voluminoso fascicolo processuale.

A tamburo battente, non appena preso visione delle motivazioni della sentenza, il pm Valentina Bossi, che al processo aveva chiesto la condanna di entrambi i genitori a 12 anni di reclusione, ha impugnato il verdetto presentando un immediato ricorso in Cassazione. Una procedura decisamente inusuale (il ricorso viene solitamente proposto alla Corte d’appello) ma che può essere forse spiegata con l’intento del pm di accelerare i tempi per una revisione del procedimento che avverrà comunque in secondo grado, visto che ricorrerà anche il difensore di Moratti, avv. Tofful, ma per motivi opposti, vale a dire l’assoluzione o il ridimensionamento della pena per il suo assistito.

Il pm, al processo, aveva messo sullo stesso piano di responsabilità entrambi i genitori. Se è vero, secondo l’accusa, che le gravi lesioni cerebrali al piccolo erano state causate dal padre Marco, alla madre andava imputato un atteggiamento omissivo nei confronti del comportamento del suo compagno. In cosa consisteva questo comportamento? Moratti, per far tacere il figlioletto che piangeva, lo scuoteva, tenendolo a testa in giù. E proprio questo scuotimentoaveva provocato al piccolo le gravissime lesioni che gli hanno causato danni cerebrali irreversibili.

Nel ricorso in Cassazione la dottoressa Bossi, dopo aver sollevato la questione di “diritto”, entra anche nel merito della vicenda invocando il profilo doloso, e non colposo del reato per la Nardon e rispolverando per entrambi anche l’accusa di maltrattamenti, caduta in 1° grado. Il pm chiede in sostanza una ricalibratura della pena per i genitori e a rischiare sarà ora soprattutto Cristin, per la quale la vicenda processuale sembrava essersi conclusa favorevolmente.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo