Banda Esercito, donato lo spartito dell’inedita “Elegia per Gorizia”

La musica di due accorati canti popolari, "O Gorizia, tu sei maledetta" e "Fuoco e mitragliatrici" inseriti in un turbinio di inni e marce delle forze in campo durante la Grande guerra. È il "cuore"...

La musica di due accorati canti popolari, "O Gorizia, tu sei maledetta" e "Fuoco e mitragliatrici" inseriti in un turbinio di inni e marce delle forze in campo durante la Grande guerra. È il "cuore" dell'"Elegia per Gorizia" suonata l’altra sera per la prima volta nel teatro "Verdi" dalla Banda dell'Esercito italiano durante il concerto per il Centenario, diretto dal capitanto Antonella Bona, che ha spesso ricevuto applausi a scena aperta. Un'esibizione che ha coinvolto ed emozionato le oltre 500 persone presenti, grazie anche alla bravura del conduttore, Michele D'Andrea, storico e araldista militare, che è riuscito a creare una suggestiva sintonia con il pubblico, il quale ha accolto con entusiasmo l'invito finale a cantare, in piedi, l'inno nazionale. Un successo straordinario, accompagnato da momenti di sorpresa e commozione, come quando è stato annunciata e poi eseguita l'Elegia per Gorizia, scritta dal compositore Fulvio Creux, il cui spartito originale, portato sul palco dal generale di divisione, Giuseppe Nicola Tota, capo del quinto reparto dello Stato Maggiore dell'Esercito, è stato consegnato al sindaco, Ettore Romoli, dalla direttrice Bona. «È un omaggio che abbiamo voluto fare alla città - ha detto il generale Tota - perché l'Italia ha Gorizia nel cuore e l'esercito è qui, oggi, per dimostrarlo e, a questo proposito, ringrazio la Brigata Pozzuolo e il suo comandante, Ugo Cillo, per la passione con cui ha contribuito all'organizzazione degli eventi». Parole che non hanno lasciato indifferente il pubblico e il sindaco Romoli. Durante il concerto, inframmezzato da letture di Mario Brusa, una fra le più belle voci dello spettacolo italiano, diversi i brani conosciuti a partire "Il silenzio", per il quale è stato chiesto il bis. Si è suonato anche "Echi di Trincea", "Cavalleria leggera", "Sul Carso", "Roma e Venezia", "Piave Marsch", "La campana di San Giusto", "Excelsior" e "Il canto degli italiani". E ieri mattina altra suggestiva cerimonia per la Presa, questa volta alla stazione ferroviaria per ricordare l'ardita azione del sottotenente Aurelio Baruzzi, decisiva per il primo ingresso in città delle truppe italiane al culmine della sesta battaglia dell'Isonzo. Bruno Pascoli, ricercatore storico dell'associazione "Isonzo", ha spiegato gli eventi che venivano commemorati. Prima Pascoli ha letto un breve brano tratto dal diario "Quel giorno a Gorizia", scritto dallo stesso Baruzzi, e poi ha ripercorso le tappe principali della vita e della carriera del sottotenente romagnolo. Ancora il ricercatore Pascoli, assieme al giornalista Umberto Sarcinelli e al colonnello Livio Ciancarella, è stato protagonista della conferenza sui giorni dell'agosto 1916 a Gorizia che si è svolta ieri sera in sala "Dora Bassi", prima che la giornata si chiudesse con un doppio spettacolo: in galleria Bombi la performance della vieoartista Nathalie Vanheule, a chiusura dell'installazione Insight dedicata proprio alla Grande guerra, e nel parco del Municipio lo spettacolo sulla “Presa” proposto da Theama Teatro. Oggi alle 17.15 in sala Bassi sarà proiettato il docufilm "Per non dimenticare Materno" - con la partecipazione della regista Francesca Paita -, e alle 18.30 andrà in scena lo spettacolo storico-musicale intitolato "1916, gli occhi su Gorizia", prodotto dall'Associazione Lumen Harmonicum.

Marco Bisiach

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