Bando per nuovi spazzini a Monfalcone, si presentano soltanto in otto

Di fronte al 9,4% di disoccupati, pochi partecipanti ai bandi aperti dalla società Isontina Ambiente
Altran Mf-ritorna lo spazzino
Altran Mf-ritorna lo spazzino

MONFALCONE Quella appena passata sarà anche la festa del lavoro “che non c’è”, come è stato ribattezzato il Primo maggio, ma quando le opportunità ci sono, in pochi riescono a coglierle. È la più scontata delle considerazioni che vengono da fare nel leggere gli esiti degli ultimi due bandi pubblicati da Isontina Ambiente sul proprio sito web.

La società offriva complessivamente sette posti di lavoro a tempo determinato (dal 2 maggio al 31 ottobre), di cui cinque da netturbino e due per addetti alla pulizia dei cestini. In entrambi i casi, i posti erano aperti a tutti i cittadini italiani o di un Paese membro dell’Ue o ancora a tutti coloro che sono in possesso di un permesso di lavoro. Titolo minimo di studio richiesto, la licenza di scuola media, per un totale di 38 ore di lavoro settimanali da fare a turni anche nei giorni festivi. La paga prevista per i cinque netturbini ammonta a 1.156 euro lordi al mese («netti circa 800, fa sapere Isontina Ambiente»). Quella per i due operai addetti alla pulizia dei cestini sale fino a 1.600 euro lordi, «che a spanne diventano 1.050 netti». Allo stipendio mensile si aggiungono tredicesima e quattodicesima.

Eppure, i bandi in questione hanno ottenuto una scarsissima partecipazione: complessivamente si sono presentate solo otto persone, tutte italiane di circa cinquant’anni. Tre degli otto partecipanti hanno fatto domanda a entrambi i bandi. E sì che la provincia di Gorizia ha registrato, nell’ultimo anno, un aumento di inattivi: coloro che un lavoro nemmeno lo cercano sono saliti da 27.000 a 27.400. Di più, l’Isontino – essendo l’unica provincia in Fvg in cui la percentuale di disoccupati è salita dal 9,2% al 9.4% (dati Ires Fvg) – rappresenta la maglia nera in regione per tasso di disoccupazione. La fotografia dello stato occupazionale isontino colpisce anche se raffrontata alle ultime rilevazioni Istat riportate ieri dal Sole 24 Ore: a livello nazionale, il numero di occupati è cresciuto nell’ultimo mese (62 mila in più rispetto a febbraio, con un tasso di disoccupazione al 58, 3% che ci riporta al 2008) e il tasso di inattività giace al minimo storico, il 34,33%.

Ecco che in questo quadro la scarsa partecipazione ai bandi per i posti da spazzino risulta perfino difficile da credere. Nell’apprendere la notizia, anche gli esperti di settore piombano in una sorta di spaesamento. Al punto che, nel commentarla, fanno emergere più dubbi che risposte. «È pur vero che, soprattutto i giovani, hanno la possibilità di fare lavori stagionali più appetibili – così il direttore dell’Isig, l’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia, Daniele Del Bianco –. Mi chiedo però quali sono stati i canali di informazione utilizzati per far sapere dell’esistenza di questi bandi alle persone in cerca di lavoro. Forse non sono stati usati gli strumenti più adatti per raggiungere i giovani, visto che hanno partecipato solo cinquantenni».

Si spinge oltre il segretario provinciale della Cgil, Thomas Casotto: «Ho fatto una rapida consultazione con alcuni dei nostri iscritti e ci risulta che non siano stati messi al corrente di queste possibilità. Anche perché – continua il sindacalista – è una bella anomalia. Credo che tutti i lavori sono degni se sono onesti. E a volte le persone finiscono con l’accettare lavori poco salubri e malpagati nella filiera degli appalti. Pertanto se avessero saputo di questo bando ne avrebbero di sicuro approfittato».

Dall’Ires, il ricercatore Alessandro Russo cerca di mettere un po’d’ordine. «Dalla categoria dei 27.400 inattivi bisogna comunque escludere gli studenti, le casalinghe, chi non può lavorare per motivi di salute e chi è già pensionato». Considerazioni che comunque non bastano a spiegare la scarsa partecipazione ai bandi di Isontina ambiente di fronte a un tasso di disoccupazione che supera il 9%. «Chi cerca lavoro attivamente dovrebbe essere in grado di conoscere le varie opportunità che di volta in volta si aprono. Questo caso fa dunque riflettere. Forse non prendiamo in considerazione chi, pur disoccupato, viene mantenuto da un parente e può pertanto permettersi di scegliere un lavoro migliore». O forse, più semplicemente, lo spazzino è un mestiere che viene ancora snobbato, nonostante le tutele contrattuali che offre e che ormai sembrano esssere sempre più rare.

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