Barbana, Zagabria premia la Giostra dell’anello

La manifestazione istituita nel 1696 inserita fra i “beni immateriali” della Croazia Il sindaco: e ora puntiamo all’Unesco con l’obiettivo di accedere ai fondi europei

BARBANA D’ISTRIA. Una tenzone cavalleresca istituita nel 1696 dalla famiglia veneta dei Loredan è entrata nella lista dei beni immateriali della Repubblica di Croazia. Ma non ci si ferma qui: il prossimo obiettivo è l’inclusione nel patrimonio Unesco. La manifestazione in questione è la Giostra dell'anello, che dopo essere stata a lungo sospesa è stata organizzata nuovamente nel 1976, per divenire negli ultimi anni il simbolo di Barbana d’Istria, località di duemila abitanti situata presso la vecchia strada Pola-Fiume.

«La Giostra dell'anello - si legge nella motivazione del suo ingresso fra i beni immateriali di Croazia - è un torneo sul modello delle gare tra cavalieri che venivano organizzate a cavallo tra XVII e XVIII secolo nella ricorrenza della festa religiosa del Corpus Domini. Da quando è stata ripresa in epoca moderna, la giostra è diventata un segmento importante del patrimonio barbanese, un fattore di identità e un punto di collegamento con la propria storia. Il suo significato storico e culturale supera i confini di Barbana e dell'Istria».

Naturalmente soddisfatto il sindaco Denis Kontosi„, ma al contempo un po' amareggiato per i tempi troppo lunghi dell’iter. «Abbiamo avanzato la candidatura già nel 2011 - spiega - su iniziativa degli allora ministro della Cultura Jasen Mesi„ e del presidente della regione Ivan Jakovci„. Speravamo che l'inclusione nella lista dei beni immateriali sarebbe stata decretata alla vigilia della passata edizione della giostra, giusto in tempo per la sua 40.a edizione in epoca moderna. Pazienza. Ma ora - aggiunge Kontosi„ - puntiamo all’Unesco, riconoscimento che ci aprirebbe la possibilità di candidare la Giostra ai fondi europei».

Ma ecco un po’ di storia che ci riporta alle radici della manifestazione, nel 1696. All'epoca il borgo apparteneva ai nobili Loredan, che ne rimasero proprietari fino al 1869. Per attirare un gran numero di visitatori alle fiere che venivano allestite in paese, la famiglia organizzava delle vere e proprie competizioni tra cavalieri. I premi che venivano posti in palio dalla nobiltà dell'epoca a queste gare signorili erano ricchi e ambiti: gioielli tempestati di pietre preziose e perle, elmi con piume di struzzo, a volte anche la mano di qualche damigella. Ai giorni nostri, invece, al vincitore spetta un assegno di 20mila kune, circa 2.700 euro. Barbana è stata un castelliere preistorico e poi insediamento romano, il cui nome compare per la prima volta negli atti scritti nel 740. Nel XII secolo apparteneva al feudo di Pisino e di quell’epoca il borgo ha conservato numerose tracce nella sua architettura, tra cui la Porta Maggiore e la Porta Piccola. (p.r.)

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