Barche “abusive” al Molo Venezia

Un “banale” annuncio pubblico apre uno scorcio sul “panorama” degli approdi nautici nell’area portuale della città. Il settore è in pieno fermento e nel prossimo futuro si assisterà a un riassetto, parzialmente già avvenuto, dei posti-barca nei vari settori del porto, con conseguenze logistiche, economiche e nei rapporti tra diportisti e professionisti della pesca tutte da valutare.
«Sono state rinvenute imbarcazioni ormeggiate senza titolo al Molo Venezia. Se non verranno spostate entro martedì 12 marzo si provvederà alla rimozione d’autorità» recitava nei giorni scorsi un avviso a pagamento dell’Autorità portuale, pubblicato anche sulle pagine del Piccolo. In effetti lungo il molo, lungo 200 metri e, tranne pochi metri in testa, destinato ai pescatori di professione, alcune piccole imbarcazioni ancora ieri stazionavano accanto a quelle con regolare licenza di pesca, non toccate dall’avviso. «Dopo che nel pulire i fondali - spiegano all’Autorità portuale - in quel tratto di mare sono stati rinvenuti e rimossi più di 10 relitti di natanti, ci siamo resi conto che in superficie la situazione presentava situazioni anomale, illegali: da qui l’ingiunzione».
«Si tratta - raccontano alcuni dei pescatori professionisti che fanno base a Molo Venezia - di piccole barche di qualche collega che non ha rinnovato la licenza, o di qualche nostro pensionato che ancora qualche volta ama uscire nel Golfo magari con la lenza». «Certo, le regole esistono - commenta qualcun altro -, ma vogliamo negare a chi è andato per mare per 40 anni di concedersi qualche ora di relax a contatto con l’elemento nel quale ha lavorato così a lungo?». I problemi, per i professionisti della pesca triestini, sono ben altri. E tutti gli operatori, con varie sfumature, li fanno risalire alla chiusura della storica Pescheria sulle rive con trasloco al Molo Gaslini a Scalo legnami. «Lì - spiega Guido Degrassi, uno dei professionisti - le barche non sono riparate dal vento di scirocco: qui si è al sicuro ma per vendere il pescato ci tocca fare ogni volta 1,2 miglia marine fino al “Gaslini”. In un mese, conti alla mano, fanno una bella cifra in carburante, oltre che di tempo». In effetti tra adempimenti burocratici e altro, ma soprattutto con la scaristà di pesce dei nostri giorni, resta ben poco in tasca. Intanto si dovrà trovare una soluzione definitiva ai circa 40 diportisti che nell’ambito del progetto di Portocittà sono stati allontanati dal Molo Zero di Porto Vecchio: per ora hanno trovato sistemazione in alcuni club nautici locali.
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