Barcolana, trionfa Maxi Jena non è più l’eterna seconda
La barca slovena supera Idea Estel mentre Gabriele Benussi porta TuttaTrieste! Vitrani al terzo posto

TRIESTE
L’eterna seconda, da ieri, non è più tale. Perché Maxi Jena si scrollasse di dosso quella scomoda etichetta ci sono volute oltre due ore di regata, un maestralino palesatosi a sorpresa rispetto alle attese e una strambata iniziale che, agguantando le folate di vento nel punto ideale, ha innescato la volatona dell’80 piedi sloveno.
Così, dopo sette piazze d’onore in serie, finalmente la creatura di Isola ha tagliato il traguardo della Barcolana in prima posizione. Non c’era Alfa Romeo 2, l’ipertecnologico dominatore delle ultime tre edizioni, ed è un dato di fatto, ma la condotta di gara di Mitja Kosmina e del tuo suo team è stata esemplare. I vincitori non hanno tremato quando Gabriele Benussi ha preso per mano TuttaTrieste! Vitrani portandola in testa per quasi tutto il primo lato, nemmeno un briciolo di paura li ha sfiorati una volta rivolto lo sguardo all’indietro, vedendo la flotta di inseguitori alle spalle.
A 300 metri dalla boa numero 1, Maxi Jena ha messo la freccia, sistemandosi davanti a tutti. Da lì, è stato assolo della barca slovena, fino al tripudio dell’arrivo. Una sensazione che Kosmina aveva già provato a Trieste, alla Barcolana, l’ultima volta 12 anni fa, nel 1997. Era stata la sua terza affermazione in fila, al timone però di Gaia Legend. Un tris, il suo, che i sette secondi posti in rapida successione tra il 2002 e il 2008 avevano offuscato, oscurato. Quelle tre perle erano finite in un angolo della soffitta della memoria degli appassionati, impolverate.
Ieri, un provvidenziale soffio di maestrale e quella polvere è volata via. I tre minuti di distacco inflitti alla seconda classificata, culmine dell’ultimo lato condotto con il gennaker issato a guidarne l’andatura, sono serviti a Kosmina per godersi un lunghissimo attimo di gloria. E di riscatto, personale e di squadra.
Alberto Leghissa su Idea Estel, non lontano dai primi alla virata iniziale, ha pian piano innestato la marcia giusta, andando a concludere secondo, sospinto dall’aumento dell’intensità del maestrale, arrivato fino a 10-11 nodi. Un percorso esattamente inverso a quello dell’imbarcazione dello scrittore Federico Moccia, Amori, ben condotta da Furio Benussi ma tradita proprio dal gennaker lungo il lato conclusivo: uno squarcio nella vela e l’illusione del podio è svanita, sino al comunque dignitoso quinto posto finale. Da un Benussi all’altro, al fratello Gabriele, protagonista assoluto di una Barcolana da incorniciare: delle 1789 barche schierate sulla linea di partenza della 41.a Barcolana, al colpo di cannone, la sua TuttaTrieste! Vitrani è stata quella più reattiva. Uno scatto da centometrista del mare, che le ha garantito a lungo la leadership, ponendo le basi per un brillante terzo posto conclusivo.
Un obiettivo centrato non da poco per un 55 piedi, specie se si pensa al duello finale con Idea e quella ritrovata leggerezza delle raffiche che aveva ridato fiato alle velleità da piazza d’onore di Gabriele Benussi e dei suoi. Peraltro, una sfida nella sfida dalla connotazione particolare, vista la nota separazione consensuale tra Vitrani e Idea. Quarto, all’arrivo, Idrusa Calvi Network, con Roberto Ferrarese, esperto di match race e non a caso vincitore della novità Sail Trieste in settimana, proprio a spese di Alberto Leghissa. Subito dietro, come accennato, Amori, mentre sesto aveva chiuso Shining, incappato però in una partenza anticipata costata all’imbarcazione la squalifica.
Provvedimento contro il quale il team sloveno ha presentato una protesta ufficiale al comitato di regata: i giudici internazionali, però, hanno rimandato al mittente le istanze. Ergo, Shining è stata esclusa dalla classifica. A trarne giovamento, Esimit Europa con Alberto Bolzan e Flavio Favini a bordo, ufficialmente in sesta posizione. Quarant’anni festeggiati con un brillante settimo posto, invece, per Vasco Vascotto e i suoi amici su Vasco 40 mentre solamente ottavo si è classificato il Vor70 Intermatica Calvi Network, condotto da Lorenzo Bodini.
È stato proprio lo scafo conosciuto anche come Telefonica Black, che ha partecipato alla Volvo ocean race, la delusione di giornata, penalizzato probabilmente da condizioni di vento non consone alla sua potenza, oltre che da una partenza difficoltosa. A completare la graduatoria dei primi dieci, ecco Fanatic di Enrico Biaggini, grande protagonista del primo lato, e l’altra TuttaTrieste!, ribattezzata Ig Markets e con Roberto Distefano a bordo. Il confronto interno, stuzzicante in special modo per gli addetti ai lavori, fra i due 80 piedi del consorzio Campione del Garda ha premiato Guglielmo Danelon, diciassettesimo: l’esperto lupo di mare Mauro Pelaschier, sulla barca gemella, si è trovato costretto ad alzare bandiera bianca, in ragione del suo 21° posto. Le Stelle olimpiche capitanate da Larissa Nevierov si sono dovute infine accontentare del 52° posto.
Ma avranno sorriso anche loro, al rientro sulle Rive, come le altre 1700 imbarcazioni protagoniste - ognuna a modo loro - di una Barcolana da incorniciare.
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