Barriere anti-insabbiamento sul fondale

A primavera partono i lavori coordinati dal Csim. La Regione ha fatto il decreto e stanziato 340mila euro per i dragaggi
Di Giulio Garau
Bonaventura Monfalcone-11.08.2014 Visita luogo del dragaggio assessore Vito e Santoro-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.08.2014 Visita luogo del dragaggio assessore Vito e Santoro-Grado-foto di Katia Bonaventura

C’è il decreto della Regione per i lavori di dragaggio delle aree più esposte all’insabbiamento del canale Est Ovest davanti al Villaggio del pescatore, la porta del canale che sbocca nel cuore del polo nautico del Lisert. Ma ci sono soprattutto i soldi che serviranno per l’opera: 340mila euro. I dragaggi inizieranno a Primavera, prima della stagione diportistica, ma il Consorzio industriale per lo sviluppo economico (delegato dalla Regione) per anticipare i tempi e partire senza attendere autorizzazioni, ha già fatto tutte le indagini necessarie dei fanghi da dragare, dalle batimetrie alle analisi dei sedimenti, lavori per i quali sono stati già stanziati 25mila euro.

Ma c’è un’altra novità importante: diversamente dal solito verrà utilizzata una nuova tecnica per impedire o quantomeno rallentare in maniera importante futuri insabbiamenti dovuti a mareggiate o piene di fiume. I fanghi infatti non saranno smaltiti a terra, rimarranno in mare e saranno posizionati a lato del canale e soprattutto saranno realizzate delle barriere sottomarine. C’è un’area a rischio soprattutto, quella davanti al Villaggio del Pescatore e quando si verifica l’insabbiamento una larga parte di diportisti, si tratta di centinaia e centinaia di barche a vela, diretti ai marina del Villaggio o del Polo nautico del Lisert, in particolare ad iniziare dalla primavera, si incagliano nel fango e restano bloccate per ore durante la fase di bassa marea creando pericolo per gli occupanti della barca ma anche per gli altri diportisti che transitano in zona.

Il Consorzio per lo sviluppo industriale ogni anno si occupa della manutenzione con i dragaggi e ha messo a punto un progetto con varie ipotesi, assieme agli uffici della direzione infrastrutture della Regione in modo da garantire serenità agli operatori per la prossima stagione. La situazione degli insabbiamenti raggiunge ogni anno livelli di emergenza, soprattutto dopo sciroccate o maltempo e a ogni inizio stagione fioccano gli allarmi. In particolare degli oltre 16 tra cantieri, marina e operatori che lavorano e tra questi realtà come Monte Carlo Yachts e il marina Lepanto, ma anche le società nautiche Laguna, Tavoloni, la Polisportiva San Marco (al Villaggio del Pescatore) e la Società nautica Duino 45°Nord. Lo scorso anno era stata inviata una lettera per chiedere un intervento urgente di dragaggio e lo stesso Csim, che tiene sotto controllo il canale, si era accorto che dopo pochi giorni di maltempo con libeccio, bora e mare grosso tra febbraio e marzo, il lavoro di dragaggio fatto l’anno prima era stato annullato con il fondale che era ben sopra della quota batimetrica media a -3 metri. Il rischio è quello di spendere troppi soldi inutilmente nelle manutenzioni, che comunque sono necessarie ogni anno, ma può essere trovato un sistema per evitare grossi insabbiamenti con i fanghi.

Per questo il Csim, come si sta facendo in Aussa Corno, pensa a proteggere in qualche modo dai fenomeni "gravi" il canale, in particolare nelle zone a rischio. Questo anche perchè ogni volta ci sono grandi quantità di fanghi da asportare e i costi di "trattamento" a terra sono elevatissimi. L'idea dunque è quella di creare una sorta di barriera ai lati del canale, sotto il livello del mare, da un lato per contenere i fanghi del dragaggio che vi saranno depositati. Dall'altro per evitare che questi ricadano sul canale con mareggiate o maltempo. Queste barriere subacquee dovrebbero delimitare il canale che dovrà mantenere la profondità media di 3metri. All'esame due barriere, la prima delle cosiddette "barriere soffolte". In pratica dei salsicciotti, tubi di calza realizzati in geo-tessuto che potrebbero essere riempiti con gli stessi fanghi dragati e che verrebbero posizionati suol fondale a lato del canale. La seconda idea è quella di realizzare strutture più fisse, con palificazioni in legno, sempre subacquee. Una sorta di rilevo-barriera che funzionerebbe come un bordo che contiene fanghi e protegge la parte profonda del canale.

«Utilizzeremo la tecnica dei salsicciotti oppure come si fa a Venezia con pali in legno sotto acqua - conferma il direttore del Csim, Gianpaolo Fontana - verranno messi sotto acqua e serviranno da contenimento verso il lato Sud, quello esposto alle mareggiate. il materiale di scavo, circa 10-12mila metri cubi, sarà posizionato a lato. Non verrà portato nulla fuori, i costi sarebbero troppo alti, del resto si tratta di fanghi con caratteristiche ottime come la sabbia della spiaggia».

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